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→  settembre 21, 1994


Rileggere James Buchanan, in questa estate torrida e inquieta, fa l’effetto di una fresca brezza di montagna. La cronaca riporta di un’attività politica il cui scopo precipuo pare essere quello di infiammare i conflitti; Buchanan offre la sua teoria della politica come processo attraverso cui risolvere i conflitti individuali. Rispetto a tanto disordinato vociare, i suoi scritti consentono di comporre un ideale controcanto: di cui ognuno può facilmente scoprire i riferimenti, fin dalla citazione iniziale. Come è noto, è l’individuo il centro del pensiero del premio Nobel 1986 per l’economia: «Le procedure democratiche non sono correlate alla ricerca di un fine della politica astratto ed esistente indipendentemente dagli individui che compongono la comunità».
Gli individui operano nella società prendendo decisioni, facendo scelte: mediante i meccanismi del mercato e del voto. Se gli individui sono razionali e informati, e se operano all’interno di regole, le loro scelte sono per definizione ottimali. Nel senso (tecnicamente si dice paretiano) che ogni scelta differente di qualcuno darebbe luogo a una situazione meno favorevole per qualcun altro.

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Pubblicato In: Varie
→  settembre 20, 1994


Non stupisce che il dibattito sull’Enel si stia infiammando, come già accadde all’epoca del processo opposto nel 1962: qui sono davvero in gioco i poteri forti, e la linea del fuoco corre per tracciati che possono anche non seguire quelli degli schieramenti politici: a volte neppure quelli delle posizioni ideologiche.
Ci sono tuttavia alcune premesse sulle quali tutti dovrebbero convenire: la prima, che il business elettrico consta di tre aree con specificità proprie – produzione, trasmissione e distribuzione- e che se ne deve pretendere l’ unbundling contabile, come concordemente richiedono Autorità antitrust e autorità comunitarie; la seconda, che l’assetto del sistema energetico è di fondamentale importanza per il futuro a lungo termine di un paese industriale.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  settembre 18, 1994


La Germania arresta i nani al­la frontiera con la Polonia (ma si precisa che si tratta delle statuine in gesso dei compa­gni di Biancaneve). La Svizzera dichiara guerra alla Cina (per la riproduzione del famoso coltellino con lo scudo crociato e l’arco di Guglielmo Tell).

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  settembre 12, 1994


Borghesia e rappresentanza politica è il tema di un dibattito svoltosi alla Festa dell’Unità merco­ledì scorso, e a cui hanno partecipa­to Alfredo Reichlin, Giorgio Bogi e Franco Debenedetti. Di quest’ulti­mo pubblichiamo una sintesi dell’intervento.

Consigli per l’opposizione»: sui giornali sembra diventata una ru­brica fissa. L’opposizione dovreb­be: darsi un governo ombra o lavo­rare per progetti, rafforzare le pro­prie strutture o sciogliere le proprie organizzazioni; allenare un pro­prio leader o attendere per non bruciarlo; sommare i propri voti o mantenere le proprie identità; per­dere la propria ala estrema o aggregare tutti i consensi. Perfino, co­me chiede Sergio Romano, dare una mano con senso di responsa­bilità (anzi di colpa!) alla maggio­ranza, dato che un giorno tutto questo potrebbe essere suo (ma si sa che era una tentazione nel de­serto).

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Pubblicato In: Varie
→  settembre 1, 1994


Del giudizio negativo che i mercati stanno dando sull’azione di questo governo e sulla sua affidabilità si è scritto da più parti. Paradossalmente potrebbe non essere questo l’aspetto più grave del momento che stiamo attraversando: i mercati globali reagìscono con straordinaria rapidità ai segnali, e potrebbero ritrovare fiducia con la stessa velocità con cui l’hanno, se non negata, sospesa: essi, come è noto, hanno memoria ma si alimentano di speranze.

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Pubblicato In: Varie
→  agosto 31, 1994


Che lo schieramento provvisoriamente chiamato partito democratico necessiti, per formarsi, di un leader, è cosa su cui si discute già da prima delle elezioni: Ciampi, Spaventa, D’ Antoni, Veltroni, ora Prodi. Altri si starebbero scaldando in panchina. Adesso, quello che sta diventando chiaro è che c’è bisogno non di uno ma di due leader: trovare un leader al partito conservatore è forse ancora più urgente, se vogliamo sperare che le attuali traversie del sistema politico italiano conoscano un esito verso un accettabile gioco democratico.

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Pubblicato In: Varie