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Biografia

debenedetti

Attaccato o staccato? Debenedetti o De Benedetti?

Per omogeneità di scrittura, nella genealogia si è scelto di usare fin dal capostipite la grafia del cognome con il “De” attaccato, forma fissata ufficialmente nello Stato civile napoleonico. Già nei più antichi documenti di archivio si trovano entrambe le grafie, staccata ed attaccata, poi quest’ultima prevale, almeno dal XVIII secolo in poi, diventa ufficiale nell’età napoleonica e tale si mantiene nei documenti fino agli anni Quaranta del secolo scorso. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, si trova la grafia con il “De” staccato in alcuni rami della genealogia.

Dati anagrafici e scolastici

Nato il 7 Gennaio 1933 a Torino
Rifugiato in Svizzera dal novembre 1943 al luglio 1945, frequento la Kantonalschule di Lucerna.
Medie e liceo al Collegio San Giuseppe di Torino.
Laurea nel 1956 a pieni voti in Ingegneria Elettrotecnica al Politecnico di Torino.
Specializzazione in Ingegneria Nucleare nel 1957, sempre al Politecnico di Torino.

1. Attività imprenditoriale.

Dalla azienda famigliare alla multinazionale; dalla lamiera inox ai sistemi SW.

Nella Compagnia Italiana Tubi Metallici Flessibili, l’azienda fondata da mio padre, Cav. Rodolfo Debenedetti, sono dal 1959 responsabile di produzione e sviluppo. L’azienda cresce, acquisisce altre aziende: nuove produzioni da integrare, nuovi prodotti da inventare, nuove fabbriche da costruire. Cambiato il nome in Gilardini, l’azienda è quotata in Borsa nel 1972. Ne sono Vice Presidente, sempre con la responsabilità tecnica e produttiva di quella che nel frattempo era diventata una piccola conglomerata.

Nel 1976 il salto nelle grandi aziende. Gilardini è venduta alla Fiat, mio fratello Carlo ne diventa Amministratore Delegato, ma lascia dopo 100 giorni. Io resto e Umberto Agnelli mi nomina Direttore del Settore Componenti, uno dei 13 Settori del Gruppo Fiat. C’erano le aziende da gestire, dalla Marelli alle vernici, dalla Weber ai siluri, dall’alluminio alla plastica: ma non c’era il settore. Creare il settore, dare gestione e strategia unitaria a un gruppo di 45.000 dipendenti, è quello che ho fatto dal 1976 al 1978.

Nel 1978 vengo chiamato in Olivetti quale Amministratore Delegato. Vi lavoro per 14 anni, con vari incarichi. Fondo e porto in Borsa due aziende, Tecnost nel 1985 e Teknecomp, nel 1986. Con la riforma organizzativa del 1989 divento Presidente di Olivetti Information Services, con la missione di realizzare il più grande gruppo italiano di servizi informatici.

Nel frattempo ho anche responsabilità nell’azienda di famiglia, diventata CIR, in particolare in Sogefi (filtri) e Sasib (confezionamento sigarette e segnalamento elettrico), di cui sono Presidente e Amministratore delegato fino al 1994, portandola da 100 a 1000 miliardi di Lire di fatturato.

Riassumendo:
17 anni nell’azienda famigliare – dal 1959 al 1976
18 anni nelle grandi multinazionali – dal 1976 al 1994
In totale, 35 anni, sempre con responsabilità gestionale e autonomia decisionale.

2. Attività pubblica, in Senato e sui media.

Nel 1994 lascio tutte le cariche operative al momento della candidatura al Senato della Repubblica. Sono eletto nel Collegio di Torino nel 1994 (XII legislatura) nel 1996 (XIII legislatura) nel 2001 (XIV legislatura).
Presento 13 disegni di legge come primo firmatario.
Quello per la vendita delle partecipazioni bancarie detenute dalle Fondazioni mi vale il premio Ezio Tarantelli per la migliore idea dell’anno 1995 in Economia e Finanza.
Le mie iniziative per la riforma del diritto del lavoro mi valgono il Premio Capalbio per l’Economia nel 1999.
Divido la mia attività tra l’aula del Senato e i giornali: La Stampa, Corriere della Sera, Sole 24 Ore, Il Riformista.

Riassumendo:
12 anni, dal 1994 al 2006, di attività pubblica e rivolta alla pubblica opinione con una direttrice costante: la libertà economica per lo sviluppo dell’impresa privata.

3. Le iniziative più recenti.

Nel 2000 Telecom Italia mi chiede di mettere in piedi un’iniziativa formativa, volta a suscitare capacità innovativa nell’area delle nuove tecnologie.
Propongo, progetto e realizzo un istituto postuniversitario, con master biennale, lo Interaction Design Institute di Ivrea, assumendone la Presidenza. Con un investimento iniziale di 15 miliardi di Lire e con un budget annuale di 6 milioni di €, vengono chiamati a Ivrea 10 visiting professor prevalentemente americani che affiancano 10 docenti italiani. In 5 anni dallo start up vengono formati 150 allievi di 20 nazionalità diverse.
Cambiata la proprietà in Telecom Italia, l’Istituto viene chiuso nel 2005, ma il seme gettato ha dato frutti: ci sono più di 28 attività imprenditoriali nate per iniziativa degli ex allievi dell’Istituto.

Consigliere di amministrazione di
CIR (dal 1976)
Cofide (dal 1976 al 2013)
Fondazione Rodolfo Debenedetti (dal 1998)
Piaggio & C. S.p.A. (dal 2006 al 2015)
Iride S.p.A. (dal 2006 al 2010)
Banca Popolare di Milano (dal 2009 al 2011)
ISPI (dal 2010)
Premuda (dal 2011 al 2014)

Presidente di CMEX (China Milan Equity Exchange) dal 2007 al 2014

Presidente dell’Istituto Brunoleoni dal 2013 ad oggi

Riassumendo:
14 anni, dal 2000 al 2014, di iniziative volte a promuovere nuove imprenditorialità e a realizzare nuovi investimenti.

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