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→  novembre 22, 2006

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Ministri. Quando la concorrenza è un pericolo

Una delle prime decisioni dell’ing. Pietro Lunardi, appena diventato ministro, fu di mandare a casa i vertici dell’Anas, liquidando tutti i membri: del Consiglio di Amministrazione (cosa per cui ora lo Stato gli chiede 2,7 milioni di euro). Per “arrotondare” la buona uscita del presidente Giuseppe D’Angiolino, scrive La Stampa, gli riconobbe 154.000 € come “riconoscimento per il patto di fedeltà che impone all’ex presidente di Anas di non esercitare nei tre anni successivi lavori in concorrenza con il gestore della rete stradale”.

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→  ottobre 16, 2006

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Il 3 ottobre la Finanziaria iniziava il suo percorso in Parlamento. Il 6, a Orvieto, i leader del centrosinistra avviavano il Partito democratico verso la tappa decisiva, i congressi in cui Dl e Ds decideranno il loro scioglimento. La coincidenza temporale invita a riflettere sulla contiguità tra un provvedimento che definisce il futuro dell’azione del governo, e un avvenimento che definirà il futuro dell’assetto della coalizione.

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→  ottobre 4, 2006

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Concorrenza, questa sconosciuta. Che handicap per il nuovo partito

C’entra eccome con il Dna che vogliamo trasmettere al Partito democratico, quello che ha osservato Nicola Rossi al congresso di LibertàEguale di Orvieto, e cioè che il centrosinistra ha fatto accettare al Paese il principio di concorrenza tra beni e tra servizi, ma non la concorrenza delle teste e delle idee. Che dire allora della concorrenza per i diritti di proprietà?

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→  settembre 19, 2006

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Ma i Ds, sulla vicenda Telecom e dintorni, come la pensano? Nicola Rossi nell’intervista al Sole chiede l’allontanamento di Rovati; Pierluigi Bersani in tempestive dichiarazioni individua il problema nei piani alti della catena di controllo: ma i Ds, come gruppo dirigente come la pensano? Le vicende che hanno determinato il cambio al vertice di Telecom hanno un rilievo che va ben oltre lo scontro di interessi e il contrapporsi di personalità, sollevano questioni di fondo che riguardano il governo dell’economia e i rapporti tra politica e imprese: ed è su queste che sarebbe utile sapere la posizione del maggior partito dell’Unione.

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→  settembre 1, 2006

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L’hanno (o si è) paragonato a De Gasperi, Cavour, Napoleone; gli sono cresciuti i capelli e ha fatto scendere lava dalle colline: ma per fare Berlusconi immortale ci andava il genio di Marco Travaglio e la proposta lanciata sull’Unità per “risolvere” il problema del conflitto in capo a quello che chiama il «furbetto d’interessi».

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→  luglio 21, 2006

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Invece di fare a cazzotti, i riformisti riscrivano la prima parte della Costituzione

Mai come ora, scrive Paolo Franchi nel suo editoriale di lunedì, è necessario “mettere a fuoco e far valere il punto di vista riformista”. Per farlo, si chiede “con chi dovremo fare a cazzotti e per che cosa”. Io propongo un criterio di selezione e identità meno manesco ma più radicale: la volontà di cambiare la prima parte della Costituzione.

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