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→  settembre 6, 2002


Il fascino dello statalismo contagia il centrodestra

“La Regione Piemonte vuole entrare nelle telecomunicazioni”. A leggere questo titolo, su La Stampa, la prima reazione è stata guardare la data. Niente da fare, nessun errore: 2002, sta scritto, non 1982. E neppure uno scherzo: 1° Settembre, non 1° Aprile.

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→  luglio 19, 2002


Il timore di perdere è il vero guaio dei DS

“Non si potendo ottenere le cose grande senza qualche pericolo, si debbono le imprese accettare ogni volta che la speranza è maggiore della paura”.

La frase di Guicciardini offre qualche spunto di riflessione ai partiti dell’Ulivo, e in particolare al mio partito, i DS. Prima di tutto: quali sono “le cose grande”.

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→  luglio 5, 2002


Il prezzo politico del caso Scajola

Ci sono tante “questioni di fiducia” nell’affare Scajola: c’è quella che la maggioranza non mancherà di fornire al “ministro della malaparola”, secondo la lapidante definizione di Giuliano Ferrara; e quella che Berlusconi vedrà intaccata per averlo difeso. Ma c’è un’altra fiducia che è stata scossa, in modo meno appariscente ma più profondo: la fiducia del cittadino nelle istituzioni. Non le istituzioni che appaiono con le bandiere dietro e i microfoni davanti, ma quelle con cui concretamente entra in contatto: la Pubblica Amministrazione.

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→  giugno 17, 2002


Prima era un’azienda di Stato da 25 miliardi di euro. E’ rimasta italiana e vale il doppio

Anche sulle privatizzazioni si è giocata una doppia partita. Una, sulla vendita vera e propria di aziende pubbliche; l’altra sulle nuove regole sul controllo societario. Quella di Telecom dal 1995 al 2001 è la storia sia dei cambiamenti di proprietà che si sono verificati, sia di come le leggi, in particolare la Draghi, hanno mutato il nostro capitalismo.

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→  maggio 31, 2002


La vera questione è: quale strategia per Torino

Saranno i colleghi della Commissione industria della Camera, a sentire i vertici della Fiat, grazie al sempre tempestivo Bruno Tabacci che la presiede. Quindi non sarò tra i primi parlamentari a porre domande a Paolo Fresco e Paolo Cantarella. Avrei, per farlo, personali ragioni di interesse: perché, nella mia vita da manager, gli anni passati in Fiat sono stati quelli di maggiore soddisfazione e successo; e in quella da politico ho scommesso tutto sulla capacità del mercato e del capitalismo italiano di promuovere lo sviluppo del nostro paese.

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→  maggio 17, 2002


Come è fallito il progetto di “privatizzazione spontanea” delle banche

Di tutte le “partite doppie”, la più ricca è quella iniziata dodici anni fa da Giuliano Amato.
Amato voleva privatizzare le banche: ma come privatizzare una cosa che non si sa bene di chi sia? Scindendo in due le Casse di Risparmio, le Fondazioni da un lato, le banche dall’altro, il problema per le banche l’aveva risolto: padroni sono le Fondazioni. Ma chi è il padrone delle Fondazioni? A chi ordinare di vendere le banche?

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