Liberisti solo a parole

settembre 6, 2002


Pubblicato In: Giornali, Panorama


Il fascino dello statalismo contagia il centrodestra

“La Regione Piemonte vuole entrare nelle telecomunicazioni”. A leggere questo titolo, su La Stampa, la prima reazione è stata guardare la data. Niente da fare, nessun errore: 2002, sta scritto, non 1982. E neppure uno scherzo: 1° Settembre, non 1° Aprile.

Il testo è un compendio dell’armamentario ideologico a servizio della razionalità economica in voga 20 o 30 anni fa: la struttura societaria pubblico-privata; il risparmio con le economie di scala; lo stato-imprenditore che guadagna vendendo anche sul mercato privato, facendo un po’ di concorrenza agli operatori privati telefonici; il vanto di usare una parte dei fondi strutturali dell’Unione Europea (evidentemente per far concorrenza ai privati che mettono i soldi loro).
In tutto il mondo gli operatori telefonici vacillano per avere investito troppo in infrastrutture e supplicano banche e Governi di consentirgli di allungare i tempi di ammortamento: invece alla Regione Piemonte si fanno miracoli, in 3 anni “secondo gli studi in mano all’assessorato” i soldi dell’investimento tornano a casa. E mentre la fantasia dell’assessore vola tra sistemi criptati “con diversi sistemi di riservatezza” utilissimi ai radio-taxi, telemetria, monitoraggi, io continuo a guardare la data, e a chiedermi come tutto ciò sia potuto avvenire in così breve tempo. Non era ieri che si privatizzavano i telefoni? la parola d’ordine di ogni organizzazione non era “outsourcing”, e quello di ogni amministrazione “lo stato leggero”, il pubblico che regola e non eroga? Non è una giunta di destra, quella che governa la Regione Piemonte?

Io spero ancora che venga la smentita, Enzo Ghigo è un buon presidente di Regione, stimato anche dai suoi avversari politici. Ci diranno che è solo, putacaso, una rete propria per un gruppo chiuso di utenti interni. Ma cambia poco. La notizia infatti non sono i 18.000 utenti e i milioni di euro e la tecnologia Tetra: la notizia è che a Torino, Piemonte, anno 2002, c’è un assessore che si entusiasma e crede di entusiasmare i suoi elettori con il ritorno ai servizi pubblici forniti dal pubblico.
Evidentemente l’assessore ha fiutato il vento. Le fondazioni bancarie dovevano essere il regno dell’iniziativa privata nel no profit nel segno della sussidiarietà: e invece Lega e Tesoro vorrebbero farle diventare finanziarie regionali. Le autorità indipendenti dovevano sottrarre ai politici la manipolazione delle tariffe: e invece le tengono in scacco il ministro Frattini con la sua legge di riordino e il ministro Bossi con le sue accuse di essere “piene di comunisti”: Il Governo blocca per tre mesi delle tariffe elettriche: e invece bloccherà per anni l’arrivo dei capitali per le privatizzazioni.

“Frottez les russes, vous trouverez les cosaques”: credo sia della Restaurazione il proverbio che ripeteva la mia nonna. Di quale incerta pasta sia fatto il liberismo di questo Governo l’hanno capito in tanti; il guaio peggiore – e la grave responsabilità politica – é che esso incoraggia anche a sinistra tendenze e pulsioni antimercato che si era impiegato anni a superare. E’ un clima di restaurazione quello che ha percepito l’assessore Ferrero della Regione Piemonte: non e’ certo il peggior colpevole.

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