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→  ottobre 18, 2001


Senza l’abrograzione dell’art. 18 qualsiasi incentivo rimarrà lettera morta

Per Guidalberto Guidi della Confindustria «è come parlare di Bin Laden»: ma già ben prima dell’attacco dei terroristi era chiaro che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello in base al quale il giudice può reintegrare il lavoratore licenziato, sarebbe rimasto l’ultimo, insuperabile tabù. E’ un peccato, perché il libro bianco di Maroni ha spunti interessanti. Ma anche le innovazioni coraggiose, se servono solo a scacciare la paura, finiscono per avere effetti negativi.

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→  ottobre 4, 2001

Non è solo per scaramanzia che il Governo, a differenza che nel 1994, ha deciso che di pensioni in Finanziaria non si parla: è per ragioni politiche che si deve porci mano, non per reperire risorse. Anche se, è bene ricordarlo, per coprire il disavanzo della previdenza tra contributi versati e prestazioni erogate, se ne vanno 100.000 miliardi l’anno. Ma così si corre un rischio: che le pensioni finiscano insieme a licenziamenti e art. 18, fondazioni e municipalizzate, scuola pubblica a privata, nel mucchio delle questioni su cui procedere con il passo del maratoneta. Invece le pensioni sono una cosa diversa.

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→  settembre 6, 2001


Da Governo, Sindacati e Confindustria, nessuna proposta davvero coraggiosa

“Libertà di assumere, non libertà di licenziare”. Con questo ineccepibile richiamo agli impegni del programma elettorale, Giulio Tremonti ha chiuso la discussione sull’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, innescata dall’intervista di Antonio Marzano, infiammatasi con la reazione di Roberto Maroni, e che ancora una volta aveva messo in luce l’abilità di Umberto Bossi di volgere a proprio profitto tutte le possibilità offerte dalla spaccatura tra le due anime della maggioranza, quella liberista e quella populista.

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→  luglio 19, 2001


Chi la invoca per Berlusconi sbaglia: bastaguardare all’Edf. Ma il ministro Lunardi?

“In cinque anni che siete stati al Governo, non potevate fare un legge che obbligasse Berlusconi a vendere?” Li ritrovassi quelli, e sono tanti, che in campagna elettorale mi rivolgevano questo rimprovero! Li porterei a riflettere un po’ sulla vicenda EDF e Montedison, che dimostra in modo esemplare quello che rispondevo loro: per legge non si riesce, per vendere le sue tv bisogna che sia Berlusconi a volerlo.

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→  giugno 20, 2001


Come comportarsi quando si decide di uscire da una grande società

La Banca di Roma ha una struttura direzionale molto forte”, ha dichiarato il governatore Antonio Fazio dopo la notizia delle dimissioni di Carlo Salvatori da amministratore delegato della Banca di Roma: le sue parole sono state ascoltate con grande attenzione e con qualche sorpresa. Prima di tutto perché dosare i propri interventi, pesare col bilancino da farmacista ogni aggettivo è, per i banchieri centrali, una seconda natura. Poi perché la Banca d’Italia è anche Autorità del sistema bancario: il suo quindi è un giudizio del vigilante sul vigilato. Infine per la sproporzione tra l’eccezionalità dell’intervento e il fatto che l’ha provocato, le dimissioni di un amministratore in carica da neppure sei mesi.

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→  giugno 14, 2001


Keynesiani alla riscossa. George W.Bush annuncia il suo piano di supporto all’economia che, tra maggiori spese e tagli alle tasse vale, per il prossimo anno, 130 miliardi di $, l’1,3% del PIL americano; pochi giorni dopo, a New York, in una riunione dei più importanti leader industriali americani, indica le condizioni in cui il suo Governo è disposto a finanziare le spese con il deficit di bilancio: col che viene iscritto d’ufficio al club dei seguaci del grande economista di Cambridge John Maynard Keynes.

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