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→  ottobre 5, 2000


Il cammino delle privatizzazioni, che pure aveva superato tappe significative, era diventato faticoso; le decisioni si stavano perdendo in un dibattito confuso.
Il DPEF prevede privatizzazioni per 65.000 miliardi tra il 2000 e il 2001; ma a causa delle incertezze, le future tranches Enel ed Eni non compaiono nelle liste delle grandi operazioni redatte dalle banche internazionali.

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→  settembre 21, 2000


Nel corso dell’ultima settimana Giuliano Amato in più occasioni ha deluso chi lo vorrebbe rassegnato di fronte all’ipotesi di Francesco Rutelli candidato alla leadership nelle prossime elezioni. Al contempo tuttavia la sua candidatura non sembra prendere quota. A questo esito non concorre solo il disordinato dibattito sulla prossima finanziaria. C’è piuttosto un dato di fondo che riguarda i rapporti tra Giuliano Amato, i DS e il centro sinistra.

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→  settembre 4, 2000


Annunciare una liberalizzazione non basta per produrre concorrenza. Nel mercato dell’energia elettrica, il decreto Bersani è stato l’annuncio, ma poi di sostanziale non è successo niente: gli italiani hanno cambiato fornitore per meno del 10% del loro fabbisogno. Speravamo in riduzioni di costo, e troviamo gli aumenti.

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→  agosto 31, 2000


No di certo. che domanda! Solo il nome hanno in comune il canone telefonico. quello Rai (che è invece una tassa sul possesso di un ap­parecchio tv) e la filastrocca «fra Martino campanaro», anch’essa un «canone» elementare. In tutti i pae­si nella bolletta telefonica c’è una parte fissa (per il fatto di essere inseriti nella rete) e una variabile, in funzione del consumo: perché da noi dovrebbe essere diverso?

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→  luglio 27, 2000


Dove andrà Piazza Affari? Con Londra e Fran­coforte che stanno lavo­rando a una fusione a cui si aggiungerà il Nasdaq. la borsa americana dei titoli tecnologici e della new economy? Oppure seguirà Euronex, integrazione tra le borse di Parigi e dei Paesi Bassi, con pos­sibile collegamento al Big Board di New York? La scelta tocca nel portafogli i 7 milioni di italiani che investono parte del loro patrimonio in titoli: mercati più grandi vuol dire più scelta, maggio­re possibilità di diversificare il rischio, minori provvigioni agli intermediari. Ma tocca ancora più le imprese: per­ché da quella scel­ta dipende il siste­ma di corporate go­vernance a cui dovranno conformarsi. Ci saranno ancora vicende come Olivetti-Te­lecom, o Generali-lna? Dipende con chi si va. Londra propone che valgano le regole del mercato in cui un’azienda è quotata. Parigi invece vorrebbe che le norme ve­nissero dettate da una Consob europea e all’ultimo Ecofin ha ot­tenuto l’istituzione di un gruppo di 6 saggi per studiare il tema.

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→  luglio 13, 2000


Parlare di calcio que­sta settimana è quasi obbligato. D’altra parte, forse perché sono en­trambe forme di compe­tizione, fin dai tempi più remoti sport e politica sono uniti da un filo non solo metaforico. Come il calcio è an­che quello che si vive sugli spal­ti, così la politica non è solo quella che fanno governo e Par­lamento, ma anche quella che si fa sui giornali, in televisione.

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