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→  aprile 11, 2000


Quando gli scossoni di Borsa prendono i titoli di prima pagina, qual­cuno può essere indot­to a pensare che la new economy sia solo bolla specu­lativa, quotazioni stratosferi­che sottratte alla forza di gravità dei conti economici. Invece la new economy è soprattutto un nuovo settore economico, i suoi prodotti e i suoi risultati possono diven­tare altrettanto tangibili di quelli della old economy. Se c’è il terreno economico e culturale adatto. Ne è un esempio questa «storia di due città».

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→  novembre 20, 1999


Non nascono da un improvviso interesse per le arti figurative le appassionate discussioni sul crocefisso del Giambologna: favorevoli e contrari, tutta la città ha ritrovato di fronte a sé il sindaco, e con lui ha discusso delle sue scelte. Così non è per altre questioni. Ne cito tre: íl Museo Egizio, lo Stadio delle Alpi, le aziende munìcipalizzate. Questioni di cui si discute solo in consiglio comunale: e su cui nulla si decide. Torino da vent’anni aspetta di ritrovare l’autorevolezza e il dinamismo del protagonista, chiede al sindaco del maggioritario di dargli questa prospettiva: e lamentano di ave re un sindaco che non c’è.

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→  novembre 11, 1999


Per la sistemazione del museo egizio

La tradizionale discrezione subalpina deve riconoscerlo: quello di dare una sistemazione più adatta al nostro Museo Egizio è diventato un tema nazionale; tanto da andare in prima pagina perfino sul «Sole 24 Ore». Dichiaro subito dove va la mia preferenza: per l’Egizio vorrei un museo nuovo, costruito su misura.

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→  giugno 28, 1999


Oggi si svolge a Torino l’assemblea che insedierà la nuova squadra al governo di Telecom. Si apre così un nuovo capitolo, di grandi aspettative, di straordinari impegni e, come vedremo, anche con una novità per Torino. Se ne chiude un altro, quello dell’Opa, una vicenda che ha appassionato e diviso, e che oggi consente più pacate considera­zioni.

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→  giugno 20, 1999


Che competenza proget­tuale, capacità di visione politica, correttezza am­ministrativa siano qualità no­stre ce lo siamo sentito dire negli innumerevoli congressi, assise, convegni, stati generali su Torino e il Piemonte – e confessiamo di averlo pure qualche volta detto. Non si può quindi nascondere la soddisfazione per vederle questa volta ricono­sciute anche dall’ONU dello sport, a fronte di concorrenti agguerriti esperti e blasonati. E leviamocela allora una volta tanto la soddisfazio­ne di dire un bravo convinto agli amministratori di città provincia e regione che hanno, puntato su questa scommessa, e a quelli del comitato promotore che per vincerla hanno dato l’anima.

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→  dicembre 17, 1998


Torino è la sede dell’unica grande industria rimasta nel nostro Paese. Può sembrare paradossale, invece partire da questa considerazione non lo è affatto. In Italia c’è una grande industria di servizi, Telecom, ci sono grandi banche e assicurazioni, c’è una grande industria nel settore petrolifero, l’Eni, ma se intendiamo industria nella sua accezione originaria di impresa manifatturiera, alla fine del nostro secolo – e al compimento dei suoi cent’anni, l’anno prossimo – resta solo la Fiat e Torino ha il privilegio di essere la sede di questa singolarità.

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