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→  settembre 7, 1993


«Lasciatemi lavorare con tranquillità a fare il sindaco» ebbe a dire Valentino Castellani alla platea di Alleanza democratica a Firenze all’inizio di luglio. Si direbbe che sia stato accontentato nella saggia richiesta: né le rampogne di esuberanti segretari di partito (come a Milano), né le esibizioni pugilistiche di aitanti consiglieri (come a Cuneo) hanno disturbato la sua concentrazione ed il suo lavoro.

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→  luglio 21, 1993


Caro Sindaco, oggi, con l’ingresso in Sala Rossa, inizia di fatto il tuo mandato. I momenti di inizio non sono solo ritualità simboliche, hanno una loro funzionalità precisa: sono i momenti in cui si confermano le intese, in cui si rinnovano le promesse; sono soprattutto i momenti di massima concentrazione delle volontà. Le accuse che già a lume di buon senso paiono infondate, l’uso ostruzionistico della procedura per riprodurre vecchi sistemi che gli elettori sapranno giudicare e ricordare, hanno già privato Torino di non pochi giorni di lavoro: con gli auguri che oggi facciamo al primo sindaco che abbiamo eletto direttamente vorremmo anche recuperare, a te e alla città, i valori di entusiasmo e di determinazione che devono accompagnare l’inizio di ogni impresa.

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→  marzo 31, 1993


Caro direttore, sono sostanzialmente d’accordo, purtroppo, con quanto ha scritto Salvatore Tropea (Torino cerca sindaco, la Repubblica, 18 marzo). Ma vorrei provare ad aggiungere qualche approfondimento, una proposta ed una speranza.
La ritirata dei partiti, obbligati da ogni nuovo avviso di garanzia ad arroccarsi su trincee sempre meno difendibili, consapevoli della propria incapacità di indicare soluzioni, perfino di prevedere il comportamento del loro elettorato tradizionale, rispetto a quelle che vengono ventilate, ha lasciato, oltre a un vuoto politico, un vuoto di partecipazione, di senso dl appartenenza.

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