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→  aprile 17, 2009

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da Peccati Capitali

L’investimento in titoli di Stato è per definizione quello a più basso rischio. Ma quanto rende? Su un arco di un secolo, al netto dell’inflazione, i Treasury Bills hanno reso l’1% l’anno, i buoni della Confederazione Svizzera lo 0,8%. Pensiamo solo quanto, al confronto, è cresciuta la ricchezza di quei Paesi.

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→  gennaio 28, 2009

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da Peccati Capitali

“Congetture” sono, per Giulio Tremonti, le previsioni di Bankitalia, secondo cui il PIL italiano scenderebbe del 2% nel 2009. Inducendo a “congetturare” sul perché il Ministro del’Economia insista nel cercare la polemica con il Governatore. Che il margine di incertezza insito nelle previsioni economiche si dilati al dilagare di una crisi economica che pochi avevano previsto, dovrebbe saperlo per primo chi ha inventato la Robin Hood tax poco prima che il petrolio crollasse da 140 a 40 $ e le banche, anziché spremute, dovessero essere aiutate.

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→  aprile 6, 2006


Sull’economia è lui a dettare l’agenda

L’Unione vincerà le prossime elezioni politiche: anche i pochi che avevano ancora qualche dubbio devono arrendersi. La prova? l’Unione ha parlato di tasse, ha violato l’antico pregiudizio: e il suo vantaggio nei sondaggi è rimasto inalterato. Un pregiudizio che risale al New Deal di Roosevelt, alla sinistra centralista anni’30 che aumentava le tasse per finanziare i suoi programmi; o ai laburisti inglesi anni ‘50. che contavano sulle imposte per realizzare un progetto egualitario.

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→  febbraio 18, 2005


Le ragioni portate dal centrosinistra contro la riforma non convincono

Con l’allargamento dell’Europa ad Est, si leggeva giorni fa sul Financial Times, saranno maggioranza i Paesi europei che avranno la flat tax, una sola aliquota impositiva: solo i Paesi che hanno combattuto il comunismo resteranno a difendere il principio marxista della progressività delle imposte. Tutte le sinistre dell’Europa continentale hanno un rapporto problematico con il fisco, e l’Italia non è un’eccezione: lo si è visto con la reazione al taglio delle imposte già effettuato da Berlusconi e a quello che ha annunciato per il 2006. Con ragioni che non convincono.

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→  dicembre 2, 2004

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Con la riduzione delle tasse, Berlusconi ha calato sul tavolo una carta su cui gli altri giocatori sono costretti a “ballare” per i prossimi giri.

Con la riduzione delle tasse, Berlusconi ha calato sul tavolo una carta su cui gli altri giocatori sono costretti a “ballare” per i prossimi giri. Se il centrosinistra ridicolizza i tagli come una “mancetta”, gli consente di dire che lui per primo avrebbe voluto un taglio assai più significativo. Se ne contesta la scarsa incisività, sia per sostenere i consumi sia per ridare competitività alle imprese, ingigantisce l’immagine di un Berlusconi disposto a rischiare il rapporto con gli alleati pur di dar prova di coerenza. Se dice che i tagli sono finti, non puo’ gridare alla macelleria sociale. Se solleva dubbi sulla copertura, non si puo’ lamentare che siano stati trascurati investimenti, per esempio in ricerca, per importi di due o tre volte maggiori.

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→  novembre 13, 2004

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Stato. Costi scandinavi, efficienza sudamericana

Berlusconi non taglierà le aliquote marginali delle imposte, non ridurrà la pressione fiscale. Dobbiamo rallegrarcene? Se guardiamo solo al colpo micidiale che questo scacco porta alla sua credibilità, già a pezzi dopo l’evidente sgretolarsi della sua coalizione, senza dubbio sì. Ma proprio perché rende più probabile la nostra vittoria, il suo scacco va valutato alla luce della situazione che dovremo affrontare quando toccherà a noi guidare il Paese.

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