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→  gennaio 1, 1999


“Perché essere ottimisti sul futuro del lavoro”
a cura di Maurizio Rojas
Prefazione di Franco Debenedetti
Carocci Editore, Roma 1999.


1.Questo non é un altro libro sulla disoccupazione. Questo é un libro sulle false spiegazioni, sugli errori predicati dai falsi profeti. Ma a differenza dei falsi profeti che, secondo la Scrittura, prima della fine del mondo inganneranno anche i fedeli facendo miracoli, questi falsi profeti ingannano i lavoratori pronosticando per il nuovo millennio un’altra apocalisse, l’ineluttabile avvento della fine del lavoro. “Invece di fare qualcosa per la nostra disoccupazione di massa e la crescente difficoltà che incontriamo a essere parte dello sviluppo del mercato globale”, scrive Rojas ( pag. VII), “noi siamo disposti a interpretare questi problemi come l’evidenza palmare della fine del mondo qual è oggi”.

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→  dicembre 12, 1998


Un aspetto importante dell’anomalia italiana e’ caduto: da oggi infatti chiunque voglia svolgere attivita’ di collocamento, di mediazione tra domanda e offerta di lavoro potra’ farlo alla luce del sole, e non nella semiclandestinita’ finora consentita dalla tolleranza dei giudici.
La Corte di Giustizia del Lussemburgo, massimo organo giurisdizionale dell’Unione Europea, ha decretato che assicurare il monopolio al collocamento pubblico, in quanto inefficiente, costituisce abuso di posizione dominante: e ha condannato l’Italia per violazione della liberta’ di iniziativa garantita dal trattato di Roma.

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→  novembre 23, 1998


Se l’Italia introdurrà l’orario di lavoro di 35 ore, la Michelin potrebbe chiudere le sue fabbriche in Italia: 7000 persone rimarrebbero senza lavoro. Questo il ruvido messaggio lanciato da François Michelin a Torino.
Quarantaquattro anni fa, il 27 Novembre 1954, La Stampa pubblicava un articolo di Alfredo Frassati. Titolo “ La settimana di 36 ore”. Il fondatore del giornale aveva ormai 86 anni; collaborava ancora al giornale che aveva diretto fino al giorno in cui il fascismo l’aveva costretto ad abbandonare.
L’obbiettivo delle 36 ore era stato posto dai sindacati americani tedeschi ed austriaci. Da noi l’Unità l’aveva discusso con ampiezza, ma “pochi hanno approvato senza riserva”, annota Frassati.

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→  ottobre 1, 1998


C’é il rischio che soddisfazione e consolazione (per il successo di Schroeder in Germania) inducano a credere che la presenza in Europa di un altro governo di sinistra renda per noi più facile risolvere i problemi della crescita e della disoccupazione.
Corriamo il rischio di una pericolosa illusione. La vittoria dei socialdemocratici in Germania é stata salutata da larga parte della maggioranza con soddisfazione: logico. Il successo di Schroeder ha offerto una preziosa consolazione ai leader dell’Ulivo nelle presenti difficoltà: comprensibile.

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→  agosto 6, 1998


Le proteste di piazza dei disoccupati aggiungono un elemento nuovo alle polemiche interne alla maggioranza. Non più solo le fiducie limitate di Bertinotti, le fiammate dei giustizialisti, l’eterna disputa tra Ulivo e partiti: ora il malessere sembra aver contagiato anche il sindacato.
Le polemiche ormai aperte tra Cisl e Cgil costituiscono il presupposto per mettere in crisi anche la concertazione. E questa è la pietra angolare su cui Ciampi ha costruito la sua politica, la forza distintiva rispetto a precedenti governi, un modello originale che si è dichiarato di voler esportare in altri meno avveduti Paesi.

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→  marzo 19, 1998


Il governo rincorre il treno per l’Europa ma rischia di perderlo sui binari italiani. Presi dalla discussione sui licenziati, si continua a rinviare le scelte strutturali necessarie. Il piano c’è: da Buenos Aires a Berlino mezzo mondo lo sta attuando

Chi ha pensato di poter paragonare la vicenda dei quattro ferrovieri licenziati dalle Ferrovie dello Stato ai 61 della Fiat nel 1980, ha dovuto rapidamente ricredersi. Il congelamento dei licenziamenti da parte dell’azienda da una parte conferma che esiste un grande macigno da rimuovere: quello della licenziabilità nel pubblico impiego. Ma, dall’altra, consente finalmente di mettere a fuoco il vero problema delle Fs italiane: che è di tutt’altro ordine.

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