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→  settembre 6, 2001


Da Governo, Sindacati e Confindustria, nessuna proposta davvero coraggiosa

“Libertà di assumere, non libertà di licenziare”. Con questo ineccepibile richiamo agli impegni del programma elettorale, Giulio Tremonti ha chiuso la discussione sull’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, innescata dall’intervista di Antonio Marzano, infiammatasi con la reazione di Roberto Maroni, e che ancora una volta aveva messo in luce l’abilità di Umberto Bossi di volgere a proprio profitto tutte le possibilità offerte dalla spaccatura tra le due anime della maggioranza, quella liberista e quella populista.

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→  agosto 21, 2001


Intervista di Federico Monga

Senatore Franco Debenedetti lei aveva già presentato un disegno di legge sulla modifica del mercato del lavoro e ieri ha annunciato che lo riproporrà. C’è davvero bisogno di mettere mano all’articolo 18?
«Le imprese che non vogliono superare i 15 dipenden­ti, il diffondersi di forme surrettizie per introdurre flessibilità, quali l’uso e l’abuso di contratti di formazio­ne e lavoro, a termine, parasubordinato: sono tutte ragioni di inefficienza. Di fronte all’incertezza sul co­sto del licenziamento le imprese o usano strumenti impropri o rinunciano ad assumere».

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→  agosto 19, 2001


Intervista di GBB.

Franco Debenedetti, senatore dell’Ulivo, è uomo d’impresa, ma anche uomo della sinistra. La sua apertura alle sollecita­zioni di Fazio sulla flessibilità in uscita è un segnale impor­tante. Debenedetti annuncia che, alla ripresa dei lavori par­lamentari, ripresenterà il suo disegno di legge in materia: «Se la sinistra, nella scorsa legi­slatura, l’avesse fatto proprio, sarebbe stato un atto di gran­de coraggio politico. Oggi è inutile nascondersi, le cose so­no del tutto diverse».

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→  gennaio 16, 2001


L’obiettivo specifico, oggi, dovrebbe essere: liberalizzazioni, riduzione dell’imposizione sul lavoro, innalzamento dell’età pensionabile

La concertazione è lo strumento con cui Ciampi domò l’inflazione nel ’93, imboccando la strada che ci ha poi portato all’euro. È un patto politico in cui le parti sociali si fanno carico dell’interesse generale in vista di un obiettivo specifico. Questi elementi caratterizzanti nell’attuale situazione non ci sono più. È diverso l’assetto politico, dove il maggioritario ha consolidato un’alternanza di governo cui le parti sindacali stentano a prendere le misure.

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→  luglio 13, 2000


Parlare di calcio que­sta settimana è quasi obbligato. D’altra parte, forse perché sono en­trambe forme di compe­tizione, fin dai tempi più remoti sport e politica sono uniti da un filo non solo metaforico. Come il calcio è an­che quello che si vive sugli spal­ti, così la politica non è solo quella che fanno governo e Par­lamento, ma anche quella che si fa sui giornali, in televisione.

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→  maggio 11, 2000


Se fosse vero quello che ambiguamen­te fanno intendere i sindacati, e cioè che con il referendum si legalizzano i licenziamenti ingiustificati, ovviamente voterei No. Invece così non è, il divieto di licenziamenti antisindacali o discriminatori rima­ne in vita esattamente come prima; abrogando l’arti­colo 18 dello Statuto dei lavoratori si leva solo ai giu­dici il compito di stabilire se è vero o no che un’azien­da non ha più lavoro da dare, e quindi il potere discre­zionale di ordinare il reintegro del lavoratore licenziato: magari dopo due anni di incertezze per tutti.

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