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→  marzo 21, 2002


Sono i riformisti in questo Paese a essere uccisi

Sono i riformisti in questo Paese a essere uccisi. Studiosi animati dalla convinzione appassionata che sia possibile un percorso di razionalità per adeguare il mondo del lavoro ai cambiamenti delle tecnologie e delle conoscenze, per dare sicurezze e premiare il merito, per fornire garanzie e favorire lo sviluppo.

Che mettono a disposizione dei governi i loro saperi accumulati in anni di studio, e che per questo corrono il rischio di cadere sotto i colpi assassini, su un marciapiede, accanto alla borsa con le tracce dei loro pensieri. E’ un’ingiustizia che rivolta. Così l’orizzonte delle riforme possibili si restringe, e diventano più fioche le voci che lo propongono.

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→  febbraio 21, 2002


L’opposizione e l’articolo 18

Fa infuriare un ministro tanto da fargli esautorare con ignominia un sottosegretario, per giunta del suo stesso partito; spacca il Governo, divide la maggioranza seminando veleni tra gli ortodossi e la fronda centrista; provoca crepe sotto l’intonaco del muro dei sindacati; in Confindustria, riapre vecchie ferite tra grande e piccola industria.

Tutto questo riesce a combinare la proposta di modifica, oltretutto parziale e sperimentale, dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori, quello sui licenziamenti.

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→  gennaio 21, 2002


“O si cambia o colpiremo uniti” hanno detto i sindacati a Palermo

“O si cambia o colpiremo uniti” hanno detto i sindacati a Palermo domenica scorsa, e contro le proposte del governo su licenziamenti e pensioni hanno annunciato fitti scioperi. Una dura sconfitta per il Ministro Maroni che per corteggiare CISL e UIL e dividere il fronte sindacale si era imposto anche a Tremonti rinunciando a rivedere le pensioni di anzianità e al secondo tempo della riforma.

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→  novembre 17, 2001


Intervista di F. For.

«L’articolo 18 non può più essere un tabù per una sinistra moderna e riformista». Il senatore Franco Debe­nedetti ha ripresentato il suo disegno di legge di riforma della disciplina del licenziamento per giustificato motivo economico. Ma è critico sulla delega chiesta da Berlusconi per alleggerire le rigidità sui licenziamenti. «Condivido il principio — spiega — ma la trovo timida in quello che toglie e avara in quello che dà».

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→  ottobre 18, 2001


Senza l’abrograzione dell’art. 18 qualsiasi incentivo rimarrà lettera morta

Per Guidalberto Guidi della Confindustria «è come parlare di Bin Laden»: ma già ben prima dell’attacco dei terroristi era chiaro che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello in base al quale il giudice può reintegrare il lavoratore licenziato, sarebbe rimasto l’ultimo, insuperabile tabù. E’ un peccato, perché il libro bianco di Maroni ha spunti interessanti. Ma anche le innovazioni coraggiose, se servono solo a scacciare la paura, finiscono per avere effetti negativi.

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→  ottobre 4, 2001

Non è solo per scaramanzia che il Governo, a differenza che nel 1994, ha deciso che di pensioni in Finanziaria non si parla: è per ragioni politiche che si deve porci mano, non per reperire risorse. Anche se, è bene ricordarlo, per coprire il disavanzo della previdenza tra contributi versati e prestazioni erogate, se ne vanno 100.000 miliardi l’anno. Ma così si corre un rischio: che le pensioni finiscano insieme a licenziamenti e art. 18, fondazioni e municipalizzate, scuola pubblica a privata, nel mucchio delle questioni su cui procedere con il passo del maratoneta. Invece le pensioni sono una cosa diversa.

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