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→  giugno 1, 2017


Ogni anno, allo stesso giorno (se non è festivo), alla stessa ora, nello stesso salone di Palazzo Koch, davanti allo stesso parterre di autorità e di personalità: la Relazione annuale in cui il Governatore di Banca d’Italia rende le sue Considerazioni finali sono un rito della Repubblica. Ma quella di quest’anno verrà ricordata per alcune singolarità. La legge sul risparmio del 2005 definisce la durata in carica, che prima era vita, in 6 anni, rinnovabili una volta sola. Il mandato di Mario Draghi terminò anzitempo per la nomina alla Bce. Il primo mandato di Ignazio Visco scade a novembre. Il rito prevede che, terminata la cerimonia, i convenuti si intrattengano a scambiarsi commenti, su contenuti della relazione, su tono della voce, perfino su singole parole (memorabile la “parresia” di Antonio Fazio), Quest’anno invece le “Considerazioni” che tenevano banco finivano tutte su una domanda: sarà lui o un altro a officiare la prossima cerimonia? E questo è la prima volta che accade.

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→  febbraio 24, 2017


Abbiamo perso un’occasione: non bisognava sprecare i disagi procurati dai numerosi giorni di serrata e tenere duro. È troppo chiedere a questo Governo di risolvere il problema per tutto il servizio Uber, invece di limitarsi a prorogare di un anno, e sempre in via provvisoria, il permesso per la sola versione black; ma questo Governo aveva ragioni, e interesse, a non lasciarsi imporre una modifica del testo, sdraiandosi sulle richieste dei tassisti. Così, dopo Rutelli, dopo Bersani, dopo la proposta della seconda licenza gratis, dopo le vicende di Milano, nell’album delle “foto di gruppo con tassisti” vanno a finire immagini sempre più brutte.

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→  febbraio 6, 2014


“ll movimento dei makers si va diffondendo” scriveva Huff Post. Pochi sanno che in Italia ci sono decine di migliaia di persone coinvolti nella digital fabrication, che le FabLab stanno nascendo ovunque in Italia. Ma basta guardarsi in giro per capire che le persone lavorano, comunicano, si aggregano, sono motivati in modi diversi, perfino agli antipodi di quelli dei tempi della politica industriale.

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→  gennaio 5, 2014


Chi? Chi esce come protagonista nella battaglia del “Chi?”? Chi è Zidane e chi Materazzi?
Come reazione, le dimissioni di Fassina sono poco comprensibili: non si reagisce a chi pensi ti abbia fatto un fallo, colpendo uno, Letta nella fattispecie, che nella vicenda non c’entra nulla. Che le idee di Fassina siano distanti da quelle di Renzi su quasi tutti i temi, uno per tutti il lavoro, lo sanno fin le pietre: se era per questo le dimissioni era un po’ che avrebbe dovuto darle. Il “chi?” non ha aggiunto nulla a cose note.

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→  gennaio 1, 2014


Chi si ricorda del Betamax Sony? Dove è finito Blockbuster? Sono episodi di una storia che si ripete. La stabilità di una posizione dominante è l’opportunità per un’innovazione che riesca ad aggirarla; chi se ne vede minacciato -allora erano i fornitori di contenuti – usa il proprio potere per soffocarla nella culla; se ci riesce, innovatori e innovazione finiscono nel dimenticatoio; se no, nasce un nuovo modello di business. Alla fine, a guadagnarci, possono essere anche quegli stessi che si sentivano attaccati. Pochi giorni fa un post su Techcrunch* faceva la ricostruzione di questa storia. Vale la pena ripercorrerla.

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→  dicembre 20, 2013


“La commissione di monopoli in Germania – copio integralmente dal Corriere della Sera – ha invitato lo stato a disfarsi della partecipazioni in Deutsche Telekom per evitare un conflitto di interessi. Secondo la commissione il governo, che detiene il 30% è in conflitto di interessi perché controlla quote della società e nello stesso tempo deve garantire una giusta concorrenza”.

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