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→  luglio 25, 2013


25 firme su documenti per un totale di 37 facciate, fitte di sezioni, articoli, commi. Le ho dovute apporre per avere dalla banca dove ho un conto da 10 anni, una carta di credito prepagata. L’impiegato allo sportello mi passava i fogli salmodiando “questa per la privacy, questa per l’antiriciclaggio, questa per la banca”, e io firmavo alla cieca: ci avrei messo almeno un’ora a leggere le 2500 righe dei 30 articoli del “contratto”.

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→  maggio 8, 2013


Di vendere la rete telefonica fissa si parla almeno da quando si è privatizzata la Stet.

Prima era per ragioni antitrust: i concorrenti “mobili” sostenevano che solo quando le vecchie società telefoniche privatizzate avessero venduto le loro reti, ci sarebbe stata la “neutralità” della rete. Grazie un po’ a regolamentazioni più severe, un po’ a tecnologie sostitutive, oggi questo problema è meno acuto.

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→  aprile 30, 2013


Quanto dura il Governo Letta? Quanto dura, non quanto durerà. Il discorso sulla fiducia parla del futuro, ma serve anche a capire il presente, a giudicare la coerenza tra quello che Letta promette e il tempo che Letta si prende per farlo.

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→  aprile 19, 2013


Un Parlamento spaccato in tre, sostanzialmente ingovernabile. Un partito, il Pd, che perfino i non simpatizzanti, ancora consideravano comunque affidabile e politicamente avveduto, lacerato da divisioni interne, attraversato da faglie che si intersecano, guidato in modo ad un tempo erratico e cocciuto. L’entrata in scena di una forza, il M5S, che programmaticamente si contrappone alla forma del sistema di rappresentanza parlamentare. Personaggi che hanno alle spalle una lunga storia politica e che accettano di essere candidati in base a sondaggi tra frequentatori di un web, non si sa quanti né come selezionati. E si potrebbe continuare, con lo sfarinamento di chi avrebbe dovuto rappresentare una soluzione nuove, e l’arroccarsi della destra. Questo mentre il Paese è nella situazione che conosciamo. Mai come adesso c’è stato da temere il peggio.

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→  aprile 15, 2013


Molti di coloro che hanno votato M5S avevano in passato votato PD. Constatazione ovvia, da qualche parte i voti persi dal PD devono pure essere andati. Ma che rivela una visione strabica dei flussi elettorali, perché conta solo quelli in uscita e non quelli in entrata. Dimentica cioè gli elettori che o non avrebbero votato, o avrebbero altrimenti votato, e che invece hanno scelto il PD ritenendolo lo strumento più affidabile per battere il grillismo.

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→  aprile 9, 2013


Due pesi e due misure, sono quelli che usa Bersani nei riguardi di M5S da un lato, PdL dall’altro. E questo nonostante l’esplicito corteggiamento ai grillini si sia concluso con il famoso incontro in streaming tra le due delegazioni, risultato in un’umiliazione quale mai nella sua storia subì la sinistra italiana. Nonostante la democrazia diretta che hanno in mente i grillini sia inconciliabile con la democrazia rappresentativa, propria della Costituzione nostra e di tutti i Paesi che ci circondano, e degli assetti istituzionali preferiti dal PdL.

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