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→  novembre 17, 2001


Rubrica “Porto Franco” sul congresso dei Ds

Non mi aspettavo citazioni poetiche da Fassino: ci ha dato un paio di Roosevelt e nessun Bernstein, e va bene così. La sua cultura non è quella dei cantautori. I documenti congressuali hanno una loro retorica ma Fassino i suoi punti fermi li ha messi. Sulla guerra e sui no-global innanzitutto.

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→  novembre 8, 2001


Intervista di Franco Garnero

Non è uno che ama stare allineato e coperto, il senatore dei Ds Franco Debenedetti. Per tre legislature è stato eletto nella sinistra. Ma sem­pre mantenendo la propria indipendenza. Sul­la nuova legge sul falso in bilancio, per esem­pio, non ha partecipato al voto, mentre i suoi colleghi votavano contro. E adesso ha annun­ciato che sabato sfilerà nella manifestazione di solidarietà all’America.

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→  ottobre 17, 2001


La guerra obbliga la sinistra a una scelta

La guerra obbliga la sinistra a una scelta. Una scelta esistenziale, nel senso che da essa dipende la sua sorte per molti anni a venire. Una scelta non eludibile, anche il rifiuto di compierla in modo esplicito sarebbe già una scelta.

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→  ottobre 11, 2001


La spaccatura nell’Ulivo e nei DS

Ho vissuto con sofferenza la giornata parlamentare di martedì. L’Ulivo si spaccava in quattro tronconi. Alcuni parlamentari della Margherita hanno votato a favore della risoluzione del Governo. La grande maggioranza dei diessini ha seguito le ragioni sostenute da D’Alema, Fassino, Angius e Violante, adottando un atteggiamento di astensione simmmetrica con la maggioranza che consentisse di dare una risposta unitaria (segnalata anche da alcune modifiche introdotte dal Governo nella propria risoluzione). Circa 50 diessini, tra Camera e Senato, non se la sono invece sentita di seguire questa linea, e hanno votato contro il Governo. Infine i Verdi e i Comunisti Italiani, hanno presentato un’altra risoluzione, guardando ai pacifisti e ai vari social forum, all’inseguimento di Bertinotti.

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→  luglio 15, 1993


L’hanno chiamata «Restore hope»; ma quale speranza, e di chi? La speranza di Bush di lasciare la Casa Bianca a testa alta, di rinverdire, mandando i marines in Somalia, gli entusiasmi che durante la guerra del Golfo gli avevano valso consensi quasi plebiscitari?
O la speranza di Clinton di dimostrare di saper prendere decisioni, e di riaffermare il ruolo, forte e giusto, dell’America, in tutti i teatri del mondo?

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→  maggio 1, 1993


Abbiamo davanti agli occhi le immagini della gazzarra succeduta all’esito della notazione che assolveva Craxi: la loro pregnanza drammatica, più che al silenzio e all’immobilità delle auto bloccate in via Pani, rimanda alle immagini della fuga da Saigon assediata, al forsennato gridare e al frenetico agitarsi di chi si aggrappa ai galleggianti degli elicotteri, e spera di riuscire a farsi traghettare e a salvarsi.

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