→ gennaio 24, 1999

La decisione dell’inglese General Electric Company di vendere la Marconi alla British Aerospace ha profondamente modificato l’intero settore dell’industria militare mondiale. E il terremoto ha prodotto onde sismiche che si sono propagate fin da noi, con in sospettate ripercussioni. Esse infatti investono in modo diretto uno degli impegni tra i più importanti assunto dal Governo: la liquidazione dell’IRI entro giugno 2000, come da mandato esplicitamente affidato al suo presidente Gian Maria Gros Pietro.
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→ gennaio 14, 1999

Le modifiche che TIM e Omnitel avevano voluto apportare alle tariffe per chiamate da rete fissa a reti mobili, e le vivacissime polemiche cui hanno dato origine, sollevano questioni che toccano tre aspetti.
1. Di concorrenza: i due operatori hanno colluso per formare un cartello?
2. Di mercato: globalmente si trattava di un aumento o di una riduzione di prezzo? come toccava le varie categorie di utenti?
3. Di regolazione: che rilievi si possono fare sulle varie autorità coinvolte – delle Comunicazioni, Antitrust, Ministero- e sugli strumenti legislativi?
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→ gennaio 13, 1999

Si continua a ragionare su ciò che le Fondazioni fanno mentre il problema sta in che cosa le Fondazioni sono
“E’ mio il nome che sta sul tetto del suo ufficio”. Henry Ford II aveva licenziato Lee Iacocca “per questioni di chimica”, e agli azionisti e analisti che gli rovesciavano addosso critiche feroci, così ricordava la legge base della società capitalistica: le decisioni di chi ha la maggioranza sono legittime anche quando appaiono – o sono – sbagliate.
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→ gennaio 7, 1999

In Italia molti hanno accusato il governatore Fazio di essere alla testa del partito euro-scettico. In Germania, nel corso di tutta la campagna elettorale Schröder si è conquistato sul campo il titolo di eurofobo. Perché Kohl era troppo eurofilo, si diceva, anzi perché era il padre della moneta unica come condizione perché la riunificazione tedesca non inquietasse i partner europei. Ora che Schröder siede alla cancelleria tedesca è più che legittimo, oltre che curioso, fare un paragone a distanza tra la sua Germania e l’Italia in nome della quale ammoniva il governatore. Chi è il vero eurofobo? Uno solo, nessuno o tutti e due?
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→ gennaio 1, 1999

“Perché essere ottimisti sul futuro del lavoro”
a cura di Maurizio Rojas
Prefazione di Franco Debenedetti
Carocci Editore, Roma 1999.
1.Questo non é un altro libro sulla disoccupazione. Questo é un libro sulle false spiegazioni, sugli errori predicati dai falsi profeti. Ma a differenza dei falsi profeti che, secondo la Scrittura, prima della fine del mondo inganneranno anche i fedeli facendo miracoli, questi falsi profeti ingannano i lavoratori pronosticando per il nuovo millennio un’altra apocalisse, l’ineluttabile avvento della fine del lavoro. “Invece di fare qualcosa per la nostra disoccupazione di massa e la crescente difficoltà che incontriamo a essere parte dello sviluppo del mercato globale”, scrive Rojas ( pag. VII), “noi siamo disposti a interpretare questi problemi come l’evidenza palmare della fine del mondo qual è oggi”.
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→ dicembre 30, 1998

Fino all’altro ieri erano in pochi in Italia ad amare il mercato. Ultimamente sembrano diventati tanti: peccato che da parte di molti l’abbraccio sia così stretto da diventare soffocante.
Sulla questione del numero delle piattaforme digitali, il Ministro Cardinale si era prontamente messo alla testa dei sostenitori della piattaforma unica: “tutti insieme appassionatamente” per amor di mercato, che non avrebbe retto due concorrenti. Quando Telecom, stanca della telenovela con RAI, nonostante le resistenze politiche sfiorassero il ricatto, sigla un accordo con Murdoch e rompe il tabù– questo almeno va riconosciuto a Rossignolo- Salvatore Cardinale é fermissimo nell’invocare maggioranza italiana nel capitale di entrambe le joint venture: per amor di mercato, che va protetto dai pescecani australiani.
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