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→  novembre 23, 1998


Se l’Italia introdurrà l’orario di lavoro di 35 ore, la Michelin potrebbe chiudere le sue fabbriche in Italia: 7000 persone rimarrebbero senza lavoro. Questo il ruvido messaggio lanciato da François Michelin a Torino.
Quarantaquattro anni fa, il 27 Novembre 1954, La Stampa pubblicava un articolo di Alfredo Frassati. Titolo “ La settimana di 36 ore”. Il fondatore del giornale aveva ormai 86 anni; collaborava ancora al giornale che aveva diretto fino al giorno in cui il fascismo l’aveva costretto ad abbandonare.
L’obbiettivo delle 36 ore era stato posto dai sindacati americani tedeschi ed austriaci. Da noi l’Unità l’aveva discusso con ampiezza, ma “pochi hanno approvato senza riserva”, annota Frassati.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  novembre 17, 1998


La settimana del monopolio: chi è solito riflettere sullo “stagno piccolo piccolo” del nostro capitalismo, (l’espressione è di Federico Rampini), e sui suoi immutabili assetti, così potrebbe ricordare gli eventi della settimana scorsa. E’ iniziata con il decreto sul settore elettrico. Si poteva creare una pluralità di imprese nella generazione e nella distribuzione, più opportunità per più imprenditori. Non è stato fatto, l’Enel cederà centrali, ma il monopolio rimarrà integro.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  novembre 14, 1998


Al Direttore.

Come fare uscire le fondazioni dalle banche, per fare che cosa, come investire i proventi delle dismissioni; questi i tre temi da affrontare con la legge sulle fondazioni bancarie. Ecco come il Senato li ha risolti.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  novembre 12, 1998


Dare soldi dello stato perché soggetti pubblici possano diventare soci di aziende private: questo il risultato della legge sulle fondazioni bancarie oggi approvata dal Senato. Si concedono sgravi fiscali alle fondazioni che dismetteranno – parte – delle loro banche e si consente che il ricavato possa venire impiegato per entrare direttamente nel capitale di imprese private. Quali, lo decideranno i vertici delle fondazioni, che sono di nomina politica. Si realizza così, consentito dalla legge e finanziato con il danaro del contribuente, il corto circuito tra economia e politica.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  novembre 8, 1998


Lo scontro in atto sulla questione elettrica ripropone un problema fondamentale nei rapporti tra autorità di regolazione, potere politico ed imprese.
Per recepire le pur modeste liberalizzazioni del mercato dell’energia richieste da Bruxelles, l’Autorità per l’energia ha fatto le sue proposte, l’Antitrust ha bocciato lo schema del Governo, il sindacato ha bocciato entrambe: ci si potevano attendere svolgimenti più costruttivi, ma siamo ancora nella fisiologia.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  novembre 2, 1998


Ancora una volta, la sinistra si trova alle prese con la questione elet­t rica. Oggi, sul futuro assetto del mercato dell’energia, è polemica tra Ministero e Autorità regolatrice. All’inizio del secolo, prima che Lenin dichiarasse l’elettrificazione elemento portante della rivolu­zione comunista, in Italia fu Nitti a proporre la nazionalizzazione; questa divenne poi la bandiera del primo centrosinistra. Trent’an­ni dopo si aprono prospettive di liberalizzazione: ed è alla sinistra, durante il Governo Dini, che si deve la legge che istituisce l’Auto­rità di regolazione, fu la sinistra a insediarvi il primo Presidente, Pippo Ranci.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa