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→  aprile 8, 1999


Gli annunci che i due contendenti per il con­trollo di Telecom pub­blicano sui giornali fanno ap­pello agli interessi individua­li. Ma sono in gioco anche in­teressi collettivi, a quelli de­ve pensare il Governo. Il quale si trova in una posizio­ne anomala: col suo 3,4% è ancora un azionista, ma, avendo deciso di uscire dalla gestione, non può giudicare su piani industriali. Per esse­re neutrale ha deciso di non partecipare all’assemblea. A ben vedere, la sola posizione neutrale sarebbe quella di non avere azioni in mano. Da un lato, per partecipare man­tenendo la neutralità, do­vrebbe immaginare quanti tra quelli che avrebbero comperato le azioni si pronuncerebbero oggi a favore delle misure antiscalata che Franco Bernabè sollecita; e si sa che non è neppure certo che, tra risparmiatori e fondi, si arrivi a mettere insieme il 30% del capitale. Se al con­trario votasse a favore delle misure antiscalata, sarebbe certamente contro lo sfidan­te.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  aprile 2, 1999


I dettagli delle operazioni Imi Sanpaolo-Banca di Roma, e Credito italiano-Banca commerciale sono ancora largamente imprecisati, tra mosse di attacco e di difesa molti sono gli esiti possi­bili, compreso perfino il loro accan­tonamento. Ma i progetti pongono rilevanti problemi di carattere siste­mico che proprio questa condizio­ne di fluidità consente di analizza­re in modo generale e con il neces­sario distacco.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  marzo 17, 1999


Se si limitasse a lamentare che il risanamento della finanza pubblica non è stato accompagnato da politiche di sviluppo, Luciano Galli­no (Meno Stato non vuol dire cedere ai privati i panettoni, La Stampa del 15 marzo) sarebbe in buona compagnia: Fazio e Duisenberg, Monti e Romiti, per citarne alcuni. Gli obiettivi che egli indica, «salvaguardia degli interessi nazionali, della propria capacità competitiva e delle proprie forze lavoro», si sono prestati a varie interpretazioni, non tutte fortunate. Perché non ci siano dubbi su che cosa intende, il professor Gallino porta degli esempi: ed è li che l’attenzione si impenna. Ma come? Credevamo di sa­pere che Internet è il frutto spontaneo della libertà, che per difenderla dai regolatori i suoi adepti sono pronti a una guerra santa; che perfino l’intervento dell’antitrust contro lo strapo­tere di Microsoft è temuto co­me un’interferenza sul libero mercato; che Silicon Valley è uno straordinario esempio di ricerca finanziata dal mercato. Qual è mai l’agenzia che ha reso possibile la conquista «del dominio assoluto nel campo delle tecnologie infotelemati­che»?

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  marzo 15, 1999


Sto scrivendo come al solito con la radio accesa sul pro­gramma di musica classica del quinto canale. È un programma di qualità? Impossibile dirlo. Dato che lo ascolto, la sua qualità per me supera un livello minimo. Dato che non posso scegliere tra programmi analoghi, non posso fare una scala di qualità relative. Dato che l’ascol­to è sostanzialmente gratuito, non ho nessun mezzo per dare un valore alla mia preferenza: quindi è impossibile quindi dire se questo è un programma di quali­tà nel senso che non ho nessun mezzo per comunicarlo. Sarei disposto a pagare una somma ragionevole per scegliere tra due o tre programmi di­versi di musica classica, i fornitori di programmi avrebbero modo di misurare il gradimento, avrebbero interesse a selezionare profili di clienti diversi, con offerte differenziate per prezzo o per contenuti.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  marzo 5, 1999


Perché Ataualpa non è andato lui a Madrid e non ha messo lui in prigione Carlo V? È il confronto di performance economica tra Europa continentale e America, che il vertice di Milano ha riproposto, a far nascere la domanda: perché loro sì e noi no? Non si tratta solo di tasso di crescita, o di indice di partecipazione al lavoro: il lungo ciclo espansivo dell’economia americana un giorno o l’altro finirà, e quel giorno dovremo sopportare la Schadensfreude degli uomini di incerta fede, di cui si è avuta un’anticipazione nella crisi della seconda metà del 1998.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  marzo 2, 1999


È diventato un luogo comune: l’Opa su Telecom ha cambia to il volto al capitalismo italiano. Ma i luoghi comuni, quando si usurano, bloccano il ragionamen­to; mentre bisognerebbe chiedersi: lo cambia, ma in che senso?

Contro la banalità dei luoghi co­muni serve la provocazione del pa­radosso. Come quello proposto da Francesco Giavazzi (Utile lezione da un assalto, Corriere della Sera del 24 febbraio): egli autorevolmen­te nota che è stato il Tesoro ad imporre la scelta di Franco Bernabè, e che è di nomina governativa il più numeroso gruppo di consi­glieri di amministrazione. Da qui la sorprendente conclusione: si è «di fatto cancellata la privatizzazione» di Telecom. Se è così, allora l’Opa abbia o meno successo, va vista come un episodio della storia delle privatizzazioni italiane.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore