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→  aprile 1, 1995


Votare a giugno, non votare a giugno: questo il tema che sembra polarizzare, e paralizzare, la politica italiana. A sostegno di chi chiede elezioni subito c’è la tesi del tradimento del mandato elettorale da parte di Bossi, su cui si sono profusi fiumi d’inchiostro. Tesi che ha una sua validità parziale, come par­ziale è la riforma in senso bipolare che hanno le nostre istituzioni a seguito di una riforma affidata, per ora, al solo strumento della legge elettorale.

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→  marzo 16, 1995


Alla fine del secolo scorso, Camillo Olivetti si recava negli Stati Uniti insieme a Galileo Ferraris, di cui era assistente. La ricerca italiana nel campo elettrotecnico era allora all’avanguardia e proprio questo aveva spinto i due al lungo viaggio. Molte cose hanno imparato dagli Usa gli imprenditori dell’Italia che si andava industrializzando. Ma mentre alcuni della lezione americana recepivano soprattutto i metodi del taylorismo e del fordismo, che cosa impressiona di più il giovane Camillo Olivetti? Il fatto che in America la classe dirigente aveva una mentalità anticonservatrice, così diversa dall’abito curiale e notarile del ceto politico e dalla burocrazia italiana.

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→  marzo 9, 1995


Il fatto che Silvio Berlusconi «abbia un monopolio virtuale della televisione privata in Italia e, attraverso coloro che il suo governo, mentre egli ne aveva la guida, ha posto alla testa dei tre canali di Stato, abbia una considerevole influenza sul resto, sembrerebbe fuori luogo in Madagascar; in una moderna democrazia occidentale è bizarre». Chi legge abitualmente l’Economist ne avrà subito riconosciuto la precisione di sintesi e il gusto per l’understatement. Di questa ‘bizzaria’ abbiamo avuto un’altra prova ieri. Il giorno prima Prodi, sul Corriere, chiedeva a Berlusconi di chiarire la posizione per cui bisognerebbe andare subito a votare per evitare i referendum sulla Tv. Ieri, e qui sta la bizzarria, chi, sempre sul Corriere, risponde a Prodi? Non Berlusconi, che Prodi chiamava in causa, ma Fedele Confalonieri, il presidente della Fininvest.

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→  febbraio 27, 1995


Tecnologie ed occupazione: se le tecnologie sono una delle cause della disoccupazione struttura le europea, le tecnologie offrono anche la possibilità di produrre un salto qualitativo che consenta all’Europa di riprendere la leadership che ha avuto nella prima rivoluzione industriale: i prodotti più prestati, la cultura più vivace, un benessere socialmente più ripartito. Questo il tema di fondo della riunione del G7 che si è svolta a Bruxelles sviluppando la parte del famoso libro bianco Dedors che si riferisce alle cosiddette autostrade informatiche.

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→  febbraio 6, 1995


“Chi promette posti di lavoro per difendere i propri interessi, offende i disoccupati”: così diceva un manifesto che avevo fatto fare per la mia campagna elettorale. Io sono stato eletto, Berlusconi è andato al Governo, i posti di lavoro non ci sono stati, anzi la disoccupazione è aumentata, come era stato previsto. La sinistra non può non dare una risposta sul tema della disoccupazione: Deaglio ha perfettamente ragione.

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→  febbraio 5, 1995


È diventato un luogo comune contrapporre la performance delle aziende italiane, l’andamento della cosiddetta eco­nomia reale, a quello degli indicatori macroeconomici della nostra economia, in primo luogo l’andamento del cambio e il differenziale dei tassi di interesse.

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