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→  febbraio 1, 1995


È diventato un luogo comune contrapporre la performance delle aziende italiane, l’andamento della cosiddetta economia reale, a quello degli indicatori macroeconomici della nostra economia, in primo luogo l’andamento del cambio e il differenziale dei tassi di interesse. Conviene tuttavia aver sempre presente la natura assolutamente eccezionale delle circostanze che hanno reso possibile la vigorosa ripresa dell’attività industriale: sul lato internazionale, una vivace congiuntura in una situazione non inflazionistica e, sul lato interno, la dinamica salariale bloccata dagli accordi del ’93 e del ’94.

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→  gennaio 1, 1995


L’ assetto di un settore, che da un lato riguarda la più diffusa espressione del pensiero e delle opinioni, dall’altro costituisce una delle industrie forse più importante per il nostro futuro, verrà deciso in base a un sommario giudizio referendario. Mentre negli altri paesi gli assetti del settore sono la risultante di un processo cli ottimizzazione protrattosi per anni, da noi su questi temi verrà messa un pietra per mezzo di quesiti binari, dettati da esigenze di natura esclusivamente politica.

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→  dicembre 1, 1994


Quanti rimproverano all’opposizione di non essere abbastanza incisiva e sue proteste e precisa nelle sue proposte, in una parola di non esserci, troveranno alimento alle loro accuse constatando che una nuova opposizione c’è, ed è tra le stesse forze che sosten­gono il governo: sempre più spesso la maggioranza dimostra di voler ricoprire entrambi i ruoli. Così l’opposizione, quella vera, si trova a confrontarsi con un bersaglio mobile, col rischio di esse­re scavalcata dai repentini ripiegamenti e ripensamenti della maggioranza stes­sa. Come se non bastasse, ogni giorno l’opposizione si vede offrire nuovi argo­menti di scontro.

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→  dicembre 1, 1994


Qualsiasi governo avremo quando questa nota andrà in stampa, si troverà tra le mani il problema dell’emittenza televisiva. Problema attualissimo, anche per la sentenza della Corte, ma che riguarda un mondo che appartiene al passato; nel prevedibile clamore, scelte che riguardano il futuro potrebbero compiersi di fatto, senza pubblica discussione; scelte che rischiano di farci mancare la via che consentirebbe insieme di far uscire dall’impasse la questione dell’emittenza, di creare in pochi anni un settore industriale del valore di decine di migliaia di miliardi, di ridurre il costo della bolletta telefonica: senza rischiare una lira di danaro pubblico.

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→  novembre 20, 1994


Intervista di Franco Debenedetti a Arnaldo Bagnasco

D: Professor Bagnasco, in ter­mini di nuovi schieramenti politici e di regole elettorali siamo ancora nell’incertezza. Quale potrebbe essere, secondo lei, la “via piemontese” alla creazione dei due principali schieramenti alternativi?
R.: Per rispondere a questa prima domanda è opportuno adottare un atteggiamento prospettico: osservan­do con attenzione i recenti avveni­menti elettorali – sia a livello ammi­nistrativo che politico – scopriamo in tutta la Pianura Padana e in generale nel Nord Italia un cleavage politico che non è stato abbastanza evidenziato.

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→  novembre 20, 1994


La legge Finanziaria è al centro del­l’attività parlamentare e del dibattito politico di fine anno, dibattito che a volte viene anche sovraccaricato di significati oltre la portata della legge stessa: che ha i limiti di un bilancio di previsione, e che di solito esce dalla discussione in aula assai diver­sa da come vi era entrata.

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