→ Iscriviti
→  settembre 12, 1994


Borghesia e rappresentanza politica è il tema di un dibattito svoltosi alla Festa dell’Unità merco­ledì scorso, e a cui hanno partecipa­to Alfredo Reichlin, Giorgio Bogi e Franco Debenedetti. Di quest’ulti­mo pubblichiamo una sintesi dell’intervento.

Consigli per l’opposizione»: sui giornali sembra diventata una ru­brica fissa. L’opposizione dovreb­be: darsi un governo ombra o lavo­rare per progetti, rafforzare le pro­prie strutture o sciogliere le proprie organizzazioni; allenare un pro­prio leader o attendere per non bruciarlo; sommare i propri voti o mantenere le proprie identità; per­dere la propria ala estrema o aggregare tutti i consensi. Perfino, co­me chiede Sergio Romano, dare una mano con senso di responsa­bilità (anzi di colpa!) alla maggio­ranza, dato che un giorno tutto questo potrebbe essere suo (ma si sa che era una tentazione nel de­serto).

leggi il resto ›

→  settembre 1, 1994


Del giudizio negativo che i mercati stanno dando sull’azione di questo governo e sulla sua affidabilità si è scritto da più parti. Paradossalmente potrebbe non essere questo l’aspetto più grave del momento che stiamo attraversando: i mercati globali reagìscono con straordinaria rapidità ai segnali, e potrebbero ritrovare fiducia con la stessa velocità con cui l’hanno, se non negata, sospesa: essi, come è noto, hanno memoria ma si alimentano di speranze.

leggi il resto ›

→  agosto 31, 1994


Che lo schieramento provvisoriamente chiamato partito democratico necessiti, per formarsi, di un leader, è cosa su cui si discute già da prima delle elezioni: Ciampi, Spaventa, D’ Antoni, Veltroni, ora Prodi. Altri si starebbero scaldando in panchina. Adesso, quello che sta diventando chiaro è che c’è bisogno non di uno ma di due leader: trovare un leader al partito conservatore è forse ancora più urgente, se vogliamo sperare che le attuali traversie del sistema politico italiano conoscano un esito verso un accettabile gioco democratico.

leggi il resto ›

→  agosto 3, 1994


La tentazione di considerare la vicenda del decreto sulla carcerazione preventiva come parte di un lucido disegno di puro potere è fortissima: Berlusconi, una volta conquistato il comando, sarebbe ora solo preoccupato di consolidarlo, regolando i conti con gli altri poteri erzi. Con l’informazione, sostituendo il vecchio Consiglio di amministrazione Rai e mettendo sotto tutela il nuovo, di cui ora potrà revocare il mandato a suo piacimento; con i servizi, cambiandone i vertici e mettendo a capo di quello che risponde a Maroni un generale dei Carabinieri, dipendente quindi gerarchicamente dal fido Previti; con Bankitalia, intervenendo nella nomina del direttore generale; ora con la magistratura. Berlusconi starebbe cioè mettendo le basi per la trasformazione in regime del mandato che ha ricevuto dagli elettori. A tanto determinato attivismo su informazione, servizi, banca centrale, giustizia, si contrappone il piccolo cabotaggio legislativo, nella totale assenza di prov-. edimenti di un qualche livello progettuale.

leggi il resto ›

→  luglio 30, 1994


Intervista di Franco Debenedetti a Mario Deaglio

D.: Professor Deaglio, lei è attento osserva­tore della situazione nazionale, che riesce sempre a guardare dal punto di vista di 7brino. Lei è stato, tra l’altro, uno dei primi a parlare apertamente del declino della nostra città, quando ancora nessuno sem­brava accorgersi della gravità della situa­zione. Quali attese e quali timori dovrebbe­ro attualmente nutrire Torino, la sua eco­nomia e le sua realtà sociale, verso il nuovo clima politico italiano?

R.: Premetto innanzitutto che parlo da eco­nomista, e dunque le mie attese e i miei timori riguardano principalmente la situa­zione economica.

leggi il resto ›

→  luglio 30, 1994

Intervista di Mario Rodriguez
Allora, senatore debenedetti, come sono stati questi primi 100 giorni da parlamentare all’opposizione?

Nonostante il clima di forte scontro politico che c’è stato e tutt’ora c’è nel Paese, prima ancora che nel Parlamento, vorrei partire da una considerazione un po’ sfumata. Guardi, anche se il voto ha diviso gli italiani ritengo che ci sia qualcosa che li unisce indi­pendentemente dal voto. Ritengo che la maggioran­za dell’elettorato italiano condivida un progetto di risanamento del Paese.

leggi il resto ›