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→  marzo 1, 1994


Questo impegno diventa tanto più serio oggi, che la nuova legge elettorale impone un rapporto diretto tra eletto ed il collegio che lo ha espresso. Abbia­mo voluto che il candidato fosse legato più al suo elettorato che alle segreterie dei partiti. Per quan­to riguarda le designazioni, ciò è avvenuto, bisogna riconoscerlo, in modo ancora imperfetto. Ma cre­do che questo stretto legame tra eletto e territorio sia un obbiettivo da non perdere, costituisca un im­pegno da mantenere . Per quanto mi riguarda , se sarò eletto, intendo essere anche ed in primo luo­go il senatore del collegio n°.1 di TORINO.

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→  marzo 1, 1994


Intervista

Franco Debenedetti, 61 anni, ingegne­re, creatore e amministratore di impre­se, presidente della Fondazione Olivetti ha accettato la candidatura al Senato offerta da Alleanza Democratica nelle file dei Progressisti. “Non è più tempo di prudenti attese – dice – D’altra parte una ragionevole assunzione di fischi è la caratteristica di un imprenditore”.

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→  febbraio 26, 1994


“La pubblicità ingannevole è stata anche nel consumo”. Così Franco Debenedetti – fratello del presidente della Olivetti, Carlo, e candidato nella lista dei Progressisti nel collegio di Torino 1 – ha commentato in una dichiarazione diffusa oggi l’affermazione, “Creerò un milione posti di lavoro”, che Silvio Berlusconi avrebbe fatto giovedì scorso in una trasmissione condotta da Gianfranco Funari.

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→  febbraio 24, 1994


intervista di Pier Giorgio Betti

«Io sono con i progressisti in quanto im­prenditore perché ritengo che solo uno Stato giusto sia legittimato a chiedere sa­crifici e che solo l’intelligente collabora­zione di tutti sia la strada dell’efficienza». Così Franco De Benedetti spiega la sua decisione di impegnarsi in prima perso­na, come candidato, nella campagna elettorale. E il programma di Berlusconi? «Come è possibile che gli italiani creda­no ancora alla letterina di Natale in cui si può chiedere tutto e si spera di trovare tutto, la mattina dopo, ai piedi del letto? Queste promesse verranno mantenute solo per alcuni e faranno stare peggio tutti gli altri».

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→  febbraio 22, 1994


intervista di Adalberto Falletta

Sospira: «Si, è stata una decisione sofferta». Precisa: «Nessuno mi ha costretto, si capisce. Ho valutato la si­tuazione in cui versa il no­stro Paese. E ho accettato di scendere in campo». Si accalora: «Macché anti-Berlu­sconi! Io non ho televisioni, né giornali. Sono un im­prenditore che farà la sua campagna elettorale in un ufficio di duecento metri quadrati, mica il leader di un’agguerrita formazione politica». L’ingegner Fran­co Debenedetti, 61 anni, fra­tello dell’ingegnere per an­tonomasia, ovvero l’im­prenditore rosso protagoni­sta di una rivalità quasi mi­tica con il Cavaliere di Arcore, è lusingato dal confron­to. Ma non ci sta.

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→  febbraio 1, 1994


Sembra diffondersi la richiesta (e l’offerta) agli imprenditori di assu­mere responsabilità politiche diret­te; l’opinione che le loro esperienze e capacità possano contribuire alla soluzione dei nostri problemi, non solo direttamente, nella condotta delle loro imprese, ma anche indirettamente, applicandole alla gestione della cosa pubblica. Berlusconi viene accreditato di capacità politiche in quanto ritenuto imprenditore di successo, e c’è da credere che siano le indagini demoscopiche a suggerirgli di reclutare tra gli imprenditori i candidati del suo partito. La costituzione di un gruppo di imprenditori in Alleanza Democratica non ha solo lo scopo di fornire la garanzia che il polo progressista è impegnato su un programma di politica economica rispettoso delle esigenze delle imprese. E l’invito ad un maggiore im­pegno in politica è stato rivolto recentemente agli imprenditori dallo stesso Presidente Scalfaro.

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