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→  aprile 5, 1995


Il settore televisivo italiano presenta una duplice anomalia: una per l’assommarsi in Berlusconi dei ruoli di proprietario di reti e uomo di governo; l’altra per la posizione dominante della Fininvest. Le soluzioni che si propongono per risolverle presentano il rischio di rafforzare l’avversario che si vuole battere. Succede, quando si assume un punto di vista difensivo, di contenimento dei danni: e se provassimo a cambiare l’impostazione del gioco?

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→  aprile 1, 1995


Il mio amico benpensante lo incontro in libreria, reparto saggi. Passeggiamo tra i titoli: Bobbio l’ha già letto, Napolitano e Occhetto pure. Frodi lo conosce da Micromega. Divertito davanti a Ricossa, si fa serioso per Lunghini. Si porta via Berselli e Salvati. Gli offro Liberai.
Arriva puntuale la domanda: «Quando andremo a votare? Ho letto che lei voleva andarci a giugno prossimo: ma come si fa con questa situazione delle Tv?»
Io: «Già: e il guaio è che più si prova a metterci mano, più il problema sembra ingarbugliarsi».

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→  novembre 4, 1994


Caro ingegner Presutti,
ricorda quando lei fu nominato presidente di Semea, l’azienda Ibm responsabile per tutta l’area centro-sud europea? Eravamo concorrenti, allora, ma c’era nei miei rallegramenti la soddisfazione sincera nel vedere che i suoi successi erano valsi a portare in Italia un importante centro decisionale. Poi nella sua nomina ad Assolombarda vidi il riconoscimento che, a un certo livello di responsabilità, le energie personali investite da un manager non sono diverse dalla totale identificazione di un imprenditore con il suo buiness. Sicché sfuma la differenza tra manager e imprenditore.

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→  settembre 30, 1994


Caro ministro,
ther’s no biz’ like show biz’: c’è voluta la proposta Rai di cedere a Stet i propri impianti fissi per familiarizzare il grande pubblico con il tema dell’outsourcing, la pratica di acqui-stare dall’esterno servizi propri di un’organizzazione. La polemica sul progetto Rai-Stet – a cui ho cercato di dare un mio modesto contributo – ha fatto passare sotto silenzio la notizia di un altro notevole caso di outsourcing. Il ministero delle finanze inglese ha deciso di dare all’americana Eds il proprio servizio elaborazione dati, che quindi avrà accesso ai segreti finanziari di tutte le imprese e di tutti i cittadini. AI prezzo di 1,5 miliardi di dollari in 10 anni, Eds si è impegnata a installare un sistema che ridurrà a metà il costo, e a una frazione i 2 mila addetti al centro di elaborazione dati.

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