Ministro Urbani, nella P.A. scelga l’outsourcing

settembre 30, 1994


Pubblicato In: Giornali, Panorama


Caro ministro,
ther’s no biz’ like show biz’: c’è voluta la proposta Rai di cedere a Stet i propri impianti fissi per familiarizzare il grande pubblico con il tema dell’outsourcing, la pratica di acqui-stare dall’esterno servizi propri di un’organizzazione. La polemica sul progetto Rai-Stet – a cui ho cercato di dare un mio modesto contributo – ha fatto passare sotto silenzio la notizia di un altro notevole caso di outsourcing. Il ministero delle finanze inglese ha deciso di dare all’americana Eds il proprio servizio elaborazione dati, che quindi avrà accesso ai segreti finanziari di tutte le imprese e di tutti i cittadini. AI prezzo di 1,5 miliardi di dollari in 10 anni, Eds si è impegnata a installare un sistema che ridurrà a metà il costo, e a una frazione i 2 mila addetti al centro di elaborazione dati.

La vicenda mi induce a una considerazione e a una proposta; cui mi consentirà di premettere alcuni richiami, a beneficio di chi legge.
1. È soprattutto grazie a investimenti continui nelle reti informatiche che l’economia degli Stati Uniti è ritornata la più efficiente.
2. L’ outsourcing è un potente strumento di razionalizzazione, obbliga a separare le funzioni, a definire i compiti. Il costo di definire il contratto è largamente compensato dai vantaggi di efficienza, soprattutto quando il fornitore offre le soluzioni sviluppate nei settori esposti alla concorrenza.
3. L’ outsourcing è un potente creatore di imprese. La stessa azienda americana Eds nacque su un contratto governativo: oggi è un’azienda da 9 miliardi di dollari di fatturato, con 75 mila dipendenti, che si stima abbia installato 50 mila sistemi di reti.
Ma, dirà qualcuno, quanto a outsourcing non abbiamo nulla da imparare: il servizio informatico del ministero delle Finanze è gestito da Sogei, una società dell’Iri; quelli di Pubblica Istruzione e Sanità sono in concessione a Finsiel, sempre dell’Iri; centri di grandi Comuni sono gestiti da società miste pubblico-privato. Ma proprio dal confronto emerge l’abissale differenza. Per legge Sogei ha capitale pubblico al 100 per cento, e può occuparsi solo del ministero delle Finanze; alle società miste si impone la regola 50/50: e di conservare i dipendenti. Le pubbliche amministrazioni vogliono avere propri dipendenti con un contratto di lavoro privatistico: e chi meglio delle aziende a partecipazione statale risponde al requisito? Anziché privatizzare il pubblico si è pubblicizzato il privato; anziché introdurre tensione privatistica ai risultati, o si sottrae al privato un mercato, o glie lo si concede con tali vincoli che il privato rischia di essere inquinato da mentalità pubblica.
La considerazione che intendo fare è di natura più generale. Abbandonare la modalità comando-controllo per assumere quella (vera, non mascherata) dell’acquisitore-fornitore sarà indispensabile per riformare scuola, sanità, i servizi pubblici in genere. La stessa industria privata si avvantaggerebbe se dalla pubblica amministrazione (perfino dalla pubblica amministrazione!) venissero segnali di un simile cambi amento culturale.
Caro ministro, il governo di cui lei fa parte ha avuto la fiducia del paese anche perché ha promesso di introdurre elementi di privatizzazione e di efficienza manageriale nella gestione pubblica. Dalle privatizzazioni, per i tempi e per i modi, non si può dire che giungano segnali confortanti. Ma privatizzare significa anche consentire, anzi richiedere al privato di restare privato lavorando per il pubblico.
E vengo alla proposta: scelga lei un grosso servizio informativo pubblico e faccia un’azione di rottura: indìca una gara internazionale, e faccia l’ outsourcing vero, senza porre vincoli, imponendo non solo risparmi di costo ma incrementi di efficienza organizzativa. Proviamo una volta a usare que-sto strumento per dare un esempio, per far circolare l’aria fresca dell’esperienza altrui: quanto rischiamo?
So bene, caro ministro, che dovrà districarsi tra concerto di colleghi, risentimenti di autorità, limiti di bilancio, disposti legislativi; che dovrà vedersela con il sindacato (e con i tecnici: gli standard, signor ministro…). Le dimostreranno che non si può, che non si deve, che non conviene; le met-teranno vincoli tali da essere sicuri del cattivo risultato della prova.
Da un membro dell’opposizione lei non si aspettava certo che le venisse un favore: ma sa bene che non c’è malizia alcuna nella mia proposta. Gliela faccio non solo come parlamentare ma come cittadino.

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