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→  novembre 10, 1994


Le polemiche sono sacrosante: da quelle contingenti, sulla tempestività e l’adeguatezza degli interventi di soccorso, sull’informazione durante e dopo il disastro, su chi deve finanziare la ricostruzione; a quelle globali, sull’inefficienza della macchina amministrativa, su un modello di sviluppo che ha considerato semre la natura come un’ esternalita’ immediatamente appropriabile.

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→  novembre 1, 1994


Col maggioritario il voto è diventato mobi­le; ridottosi il potere delle segreterie dei partiti, è diminuito il valore dell’appartenen­za; diventa determinante la figura del leader, che riverbera su tutta la formazione politica la luce della sua notorietà. Viviamo una si­tuazione di transizione: accanto a Forza Ita­lia, tutta identificata con il suo leader, convi­vono le forze ancora organizzate come partiti che ritengono di essere meno toccate dal pro­cesso di mobilizzazione dell’elettorato. Per i popolari. la loro anomala collocazione, rinvia ad una probabile instabilità. Paradossalmen­te, è proprio l’area di sinistra-centro, da cui più forte è venuta la spinta al cambiamento verso il maggioritario, quella che meno ha sa­puto darsi un’organizzazione coerente con il nuovo sistema: né partito tradizionale, né mo­vimento illuminato da un leader. E la strategia di tutta l’opposizione dipende dal proble­ma di dare unità e peso a quest’area.

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→  novembre 1, 1994


«Perché Berlusconi non vende le sue televisioni?» si scriveva su queste colonne nel numero di maggio, analizzando le ragioni per cui al Berlusconi imprenditore sa­rebbe convenuto, sul piano economico, mettere in vendita le sue antenne. E si concludeva che Berlusconi non vende, non perché ciò sia in contrasto con i suoi interessi economici, ma nonostante che ciò probabilmente lo sarà.

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→  settembre 30, 1994

Caro senatore Debenedetti, d’accordo, ci sto! La sua «proposta da cittadino» mi ha convinto. Del resto, non ho nemmeno dovuto rifletterci granché, proprio per la ragione che lei stesso ricorda molto opportunamente: la promessa, sulla quale questo governo ha ottenuto la fiducia del Paese, di introdurre nella gestione pubblica cre­scenti elementi di efficienza manageriale e – ovunque possibile – di pri­vatizzazione.

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→  settembre 30, 1994


Caro ministro,
ther’s no biz’ like show biz’: c’è voluta la proposta Rai di cedere a Stet i propri impianti fissi per familiarizzare il grande pubblico con il tema dell’outsourcing, la pratica di acqui-stare dall’esterno servizi propri di un’organizzazione. La polemica sul progetto Rai-Stet – a cui ho cercato di dare un mio modesto contributo – ha fatto passare sotto silenzio la notizia di un altro notevole caso di outsourcing. Il ministero delle finanze inglese ha deciso di dare all’americana Eds il proprio servizio elaborazione dati, che quindi avrà accesso ai segreti finanziari di tutte le imprese e di tutti i cittadini. AI prezzo di 1,5 miliardi di dollari in 10 anni, Eds si è impegnata a installare un sistema che ridurrà a metà il costo, e a una frazione i 2 mila addetti al centro di elaborazione dati.

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→  settembre 21, 1994


Rileggere James Buchanan, in questa estate torrida e inquieta, fa l’effetto di una fresca brezza di montagna. La cronaca riporta di un’attività politica il cui scopo precipuo pare essere quello di infiammare i conflitti; Buchanan offre la sua teoria della politica come processo attraverso cui risolvere i conflitti individuali. Rispetto a tanto disordinato vociare, i suoi scritti consentono di comporre un ideale controcanto: di cui ognuno può facilmente scoprire i riferimenti, fin dalla citazione iniziale. Come è noto, è l’individuo il centro del pensiero del premio Nobel 1986 per l’economia: «Le procedure democratiche non sono correlate alla ricerca di un fine della politica astratto ed esistente indipendentemente dagli individui che compongono la comunità».
Gli individui operano nella società prendendo decisioni, facendo scelte: mediante i meccanismi del mercato e del voto. Se gli individui sono razionali e informati, e se operano all’interno di regole, le loro scelte sono per definizione ottimali. Nel senso (tecnicamente si dice paretiano) che ogni scelta differente di qualcuno darebbe luogo a una situazione meno favorevole per qualcun altro.

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