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→  ottobre 17, 2013


Condividendo al 99 per cento il testo dell’appello “Contro il riflusso statalista” promosso dal Foglio, l’ho firmato. Più che esplicitare a cosa sia dovuto l’1 per cento mancante, mi sembra interessante ragionare sul perché di questo rigurgito statalista, e a quali interessi esso serva.

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→  ottobre 8, 2013


Al direttore.

Chi assicura la sicurezza? E’ contraddittorio chiudere una discussione sulla sicurezza per ragioni di sicurezza. Dicendo che, per la nostra sicurezza, deve essere assicurato il controllo nazionale della rete telefonica, senza spiegare dettagliatamente perché, si propagano notizie che, se non sono false e tendenziose, ledono la sicurezza pubblica. Da quali pericoli dobbiamo proteggere la nostra rete? Le intercettazioni ci sono dall’epoca di Stay Behind, con Prisma siamo alla perfezione. Quanto al sabotaggio, credo che esista da qualche parte una legge che lo vieta, e il governo dispone dell’esercito.

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→  ottobre 2, 2013


di Sergio Cesaratto

Siamo d’accordo con quanto afferma Franco Debenedetti, sul Foglio di venerdì scorso, nel suo commento al “Monito degli economisti”, l’appello pubblicato sul Financial Times lo scorso 23 settembre e poi presentato in un’intervista al Foglio dall’economista Riccardo Realfonzo: le vicende e le leggi economiche non si ripresentano meccanicamente nella storia, la quale risulta da un intreccio complesso fra economia e scelte politiche. Si riafferma una banalità nel sostenere che, tuttavia, l’evocazione attenta degli eventi storici è fondamentale per avere una guida alle scelte correnti. E Debenedetti converrà con noi che le scelte politiche non possano svolgersi senza riguardo ad alcuni principi economici di fondo.

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→  settembre 27, 2013


Appelli di economisti non sono una novità di questi tempi. Neppure una novità è drammatizzare le conseguenze, in termini soprattutto di disoccupazione, delle politiche di austerità europee. Ma l’appello promosso da Emiliano Brancaccio e Riccardo Realfonzo (intervistato anche sul Foglio del 25 settembre) e sottoscritto da ben 300 firmatari è singolare per molti motivi: perché la lettera che lo illustra è stata pubblicata su quattro colonne dal Financial Times del 23 settembre; perché, uscita proprio il giorno del trionfo della Merkel, diventa quasi un appello alla futura cancelliera, ritenuta simbolo del rigore tedesco imposto ai paesi del sud Europa; ma soprattutto per il paragone storico su cui si basa, e su cui il Financial Times fa il titolo: “I governi europei stanno ripetendo gli errori del trattato di Versailles”.

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→  settembre 20, 2013


Al direttore.

Accanto ai tanti articoli sulla Germania, un piccolo aneddoto raccontato da Heinrich Heine. Aveva nove anni quando vide Napoleone entrare a cavallo in Düsseldorf, 6.000 abitanti, 570 ebrei. Da allora, per alcuni anni, anche la storia tedesca vi fu insegnata in francese. “Henri, qual è la parola francese per Glaube?” gli chiese il maestro. “Le crédit”, rispose il ragazzo, “le crédit” ripeté, alfine piangendo. “La réligion!” esclamò l’insegnante, e lo percosse con la verga.

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→  agosto 30, 2013

Renzi ha conquistato notorietà e consenso come “rottamatore”. Adesso deve portarsi dietro il PD nel progetto di innovazione politica, dovrebbe avere il coraggio di trasformare in atto concreto il suo vecchio teorema (Berlusconi va sconfitto alle urne, non possiamo permetterci di farlo uscire di scena per via giudiziaria). E dopo di che il Partito Democratico dovrebbe seguirlo, a meno che non creda di potersi rafforzare con un tiro in porta senza portiere. In sostanza: deve accettare concorrenza elettorale vera, tra idee politiche, non tra somme di voti. Se mancano questi incentivi all’autoriforma e all’innovazione organizzativa, il PD rischia di essere, come dice Rosy Bindi, “il più grande gruppo misto della storia”. Certo che Renzi rischierebbe. Ma a guardar bene per lui oggi questa è l’unica strada.

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