→ Iscriviti
→  febbraio 19, 2014


di Giuliano Ferrara

Fabrizio Barca è il numero 279 della nomenclatura. Conta un cazzo. Nessuno gli ha mai chiesto di fare il ministro dell’Economia. E’ stato un funzionario bravino in Bankitalia, poi con Ciampi al Tesoro, poi con Tremonti e Berlusconi (buona performance sui fondi europei), poi ministro di un coesivo Nulla coccolato da Monti. Poi lo splash. E’ tornato a fare il funzionario del Tesoro. E fin qui, passi. Ma il giovanotto, privo di discernimento politico ma non di ambizione, è stato insignito di una immagine pubblica totalmente ridicola: uscito dal governo dei tecnocrati, dove non si era certo segnalato per alcunché di rilevante, tampoco in senso politico, è diventato grazie alla curatela di Repubblica (editore Carlo De Benedetti, direttore Ezio Mauro, fondatore Eugenio Scalfari) e alla sua scia giornalistica lunga lunga, un capo addirittura della sinistra italiana. Roba da matti. Ieri con la bella Fornero, oggi con il Vendola e con pretese su un Pd ma ben bene di sinistra, e come si diceva nel vecchio gioco del Monopoli, “senza passare dal via”. Cose ’e pazzi.

leggi il resto ›

→  febbraio 5, 2014


Al direttore.

Finmeccanica, Salini, Todini, Ansaldo, Eni (possibilmente), Expo, Alitalia (of course), il credito, le fondazioni. Intercettato il “Letta viaggiatore”: “Abbiamo un’altra Cdp!”.

leggi il resto ›

→  gennaio 30, 2014


Nell’Unione monetaria i poveri finiscono per salvare i ricchi? O sono i ricchi a cadere in una trappola? Analisi di un meccanismo che fa litigare stati e banchieri.

Le tensioni del 2012, apice della crisi finanziaria, sono diminuite: per il debito sovrano si sono ridotti gli spread, per le banche può partire la verifica della loro solidità. Si sono abbassati i toni della contrapposizione politica tra chi ha visto nella crisi la dimostrazione dell’urgenza di andare subito verso l’unione fiscale e chi invece è fermo nel considerare il rispetto dei trattati esistenti come la base di legittimità dell’Unione europea. Vivace continua invece la polemica tra economisti sulla politica monetaria: non solo sugli interventi della Bce, ma addirittura sul sistema dei pagamenti all’interno dell’Unione europea, che pure le Banche centrali hanno il compito primo di assicurare. Succede che venga messo in discussione perfino Target2, lo strumento del Sistema delle Banche centrali con cui funziona il sistema dei pagamenti all’interno dell’Unione monetaria: per alcuni sarebbe il mezzo con cui i poveri finiscono per salvare i ricchi, per altri la trappola in cui sprofonda la ricchezza dei cittadini. Bloccata la strada della mutualizzazione dei debiti, impraticabile quella dell’uscita dall’euro, gli exit sono preclusi.

leggi il resto ›

→  gennaio 21, 2014


Sono stato un piccolo imprenditore, un calzaturificio con 15 dipendenti”. E’ Vincenzo che scrive, da un piccolo paese delle Marche: ed è Giorgio Napolitano che gli dà voce, è la prima delle lettere da cui ha preso le mosse nel suo discorso di Capodanno, per ricordare la drammatica situazione dei disoccupati. Non voglio in alcun modo attribuire al capo dello stato intenzioni recondite, né suggerirne un’interpretazione. Ma è un fatto che la lettera che egli ha scelto descrive non solo la presente situazione di un 61enne che non trova un impiego, ma anche quella dell’azienda che ha dovuto chiudere: che aveva 15 persone, una in meno delle 16 che fanno scattare il famoso art. 18 sui licenziamenti.

leggi il resto ›

→  gennaio 3, 2014


In nessun posto come a Siena si intrecciano da anni interessi diversi e confliggenti. Tenerli distinti avrebbe evitato molti guai

Se rispondesse al vero l’etichetta che mi hanno attaccato di “nemico delle fondazioni”, ragioni per Schadenfreude le recenti vicende di Mps me ne avrebbero fornite a iosa. Se non è così è per un malinteso, meglio, un errore fondamentale, che attraversa tutta la storia del nostro sistema bancario da quando Giuliano Amato creò le fondazioni bancarie. Separare banche da fondazioni comportava separare gli interessi delle banche da quelli delle fondazioni.

leggi il resto ›

→  dicembre 17, 2013


Le norme della nostra Costituzione, sostiene sul Corriere della Sera di venerdì Paolo Flores d’Arcais in polemica con Galli della Loggia, sono “inequivocabilmente prescrittive nei confronti del legislatore”, non possono essere interpretate e aggiornate alla realtà di oggi ma “costituiscono la strettissima via all’interno della quale devono muoversi legislativo esecutivo giudiziario”.

leggi il resto ›