→ Iscriviti
→  novembre 26, 2011


Carlo Azeglio Ciampi era esplicito nello spiegare il meccanismo: se abbassiamo il deficit al tre virgola zero per cento, ripeteva, entriamo nell’euro, gli interessi sul debito si riducono al livello di quelli tedeschi. L’eurotassa è un prestito, ci fa incassare il “premio di credibilità”, e si ripaga con ciò che si risparmia di interessi: un pasto gratis (non proprio: la tassa venne restituita solo al 60%). Nessuno spiegò che se non volevamo esportare di meno e farci finanziare il debito dall’estero, era necessario che anche la nostra produttività crescesse come quella tedesca: e che questo non veniva gratis. Alla stessa maniera nessuno spiegò ai tedeschi, che un’unione monetaria comporta di trasferire costi economici e politici dagli Stati “dissoluti” a quelli “virtuosi”. Questo non detto è il deficit democratico alla base della costruzione dell’euro.

leggi il resto ›

→  ottobre 26, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

E poi c’è quella della scatola di sardine che al mercato di Tel Aviv passa di mano in mano tra ebrei a prezzi sempre crescenti, finché la compera un arabo e la apre. “Ma sono marce!”, protesta. E l’altro: “Ma chi ti ha detto di aprire la scatola?” Vecchiotta e un po’ razzista: ma spiega quello che è capitato alla Dexia, la grande banca belga.

leggi il resto ›

→  ottobre 26, 2011


di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi

Una svolta per la crescita

In extremis il premier annuncia un intervento sulle pensioni. Ma le ipotesi valutate finora per far riprendere la crescita sono pannicelli tiepidi per un malato che rischia l’arresto cardiaco. I provvedimenti fiscali di mezza estate ridurranno il deficit di un ammontare pari a sei punti di prodotto interno lordo (pil) sull’arco di un triennio, intervenendo quasi esclusivamente con maggiori imposte.

leggi il resto ›

→  ottobre 20, 2011


Appello finale a Berlusconi per una potente frustata all’economia

Onorevole presidente del Consiglio, la “storica frustata per lo sviluppo”, da Lei stessa annunciata a gennaio sul Corriere della Sera, è – ora più che mai – improcrastinabile. La premessa per tornare a “fare”, però, è innanzitutto la fuoriuscita dal paradigma fatalista e catastrofista che deprime gli spiriti animali di imprenditori e lavoratori e costringe la politica economica nel sonno dell’immobilismo.

leggi il resto ›

→  settembre 25, 2011


“Inevitabile”. Quando si muovono critiche a una delle tante varianti di imposta patrimoniale – ultima arrivata quella del “prelievo forzoso” di littoriana memoria- ci si sente rispondere che sì, gli argomenti sono giusti, ma anche inutili, perché la patrimoniale ormai è “inevitabile”. Ma è proprio se tutti la pensano inevitabile, che non sarà evitata: chi respinge le critiche fa dunque un ragionamento analogo a quello che i logici chiamano performativo, per cui ciò che si afferma si verifica.

leggi il resto ›

→  agosto 9, 2011


Per l’economista l’Italia deve fare crescere il Pil. «Ma serve credibilità»

Intervista di Maria Giovanna Della Vecchia

«Che il cancelliere Merkel e il presidente Sarkozy abbiano mandato una lettera per ribadire le richieste fatte da Trichet e Draghi, è un fatto assolutamente inusitato e sarebbe sciocco non riconoscerne la gravità. E’ una clamorosa dimostrazione della debolezza della politica». A dirlo è l’economista, saggista ed editorialista Franco Debenedetti.

leggi il resto ›