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→  aprile 16, 2013


di Luigi Guiso e Guido Tabellini

Come ha ricordato Roberto Napoletano nel suo editoriale di domenica, la stretta del credito sull’economia italiana sta diventando sempre più soffocante, ed è urgente fare tutto il possibile per allentarla. In un contesto in cui la domanda interna è assente l’industria italiana sopravvive solo se riesce a esportare. Ma per raggiungere i mercati più lontani ed essere competitivi, occorrono nuovi investimenti. Chi li può finanziare?
Prometeia stima che da qui al 2015 le imprese manifatturiere italiane dovranno fare nuovi investimenti per almeno 150 miliardi – di più per rinnovarsi e raggiungere i tassi di investimento delle imprese tedesche –. È quanto mai improbabile che il sistema bancario italiano sia in grado di fornire questa liquidità. I vincoli di capitale sulle banche e lo stato dei loro bilanci non lo consentono. Sempre secondo Prometeia, i flussi di nuovo credito bancario alle imprese in questo stesso periodo difficilmente supereranno i 60 miliardi. Cioè tra la domanda e l’offerta di credito vi sarà un gap di almeno 90 miliardi nei prossimi tre anni. Per colmare il gap e consentire ai piani di investimento di realizzarsi, occorre trovare finanziamenti alternativi al credito bancario. Ciò non è impossibile, perché le banche centrali stanno inondando i mercati di liquidità e questa è alla ricerca di rendimenti elevati. Il problema è come far arrivare i fondi a piccole e medie imprese (Pmi), che tradizionalmente si finanziano solo con il credito bancario.
Vi sono due strumenti che potrebbero essere potenziati (per una discussione più dettagliata, si veda il sito www.ideeperlacrescita.it).

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→  aprile 14, 2013


di Roberto Napoletano

«Direttore, lo scriva per favore che non ce la facciamo più». «Le nostre aziende sono sane, ripeto sane, ha capito bene, ma possono comunque fallire da un giorno all’altro, un Paese ridotto così non è un Paese serio». Sono a Torino, al Lingotto, il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, ha chiuso i lavori di una due giorni della piccola impresa segnata da un minuto di silenzio in piedi «per chi ha perso l’impresa e per chi resiste».

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→  marzo 29, 2013


By David Enrich and Charles Forelle

In August 2010, Greece’s economy was tumbling into depression amid angry street protests and a €110 billion bailout. Dimitris Spanodimos, the chief risk officer of Cyprus’s second-largest bank, remained bullish.

Mr. Spanodimos boasted on an Aug. 31, 2010, conference call with analysts that the bank was expanding faster than rivals in Greece and bulking up on residential mortgages. “We have used our group’s comfortable liquidity and capital position to deepen selectively some highly profitable and highly promising client relationships,” he said.

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→  marzo 27, 2013


By Marc Chandler

Based on the latest discoveries, such as this picture from the European Space Agency, scientists are concluding that the universe is not inflating quite as fast as they previously thought. And so too, back here in on Earth, we are finding things are not quite as they may have appeared. The attempt to reflate the world economy is proving more difficult.

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→  marzo 26, 2013


Intervista di Andrea Pira

“Alla 12esima ora il dramma cipriota è giunto all’epilogo: i 5,8 miliardi richiesti al settore privato cipriota accanto a quelli forniti dalla Troika, saranno ricavati da un prelievo sui depositi di valore superiore a 100mila euro nelle banche cipriote. Per pareggiare il conto il prelievo (tassa o confisca o sequestro, comunque lo si voglia chiamare) debba essere superiore al 20 per cento, qualcuno dice che potrebbe arrivare anche al 40 per cento”, ha spiegato Franco Debenedetti, manager, senatore e da pochi giorni presidente dell’Istituto Bruno Leoni, in una conversazione con Formiche.net, sullo stato della crisi cipriota.

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→  marzo 19, 2013


Decidere di fare il bail out; di non attivare il meccanismo dell’ESM; di farne invece pagare il costo in buona parte ai clienti delle banche; o solo a quelli che hanno conti superiori ai 100.000 €; o un po’ meno sotto e un po’ di più sopra la soglia, variamente modulando entità del “prelievo di sangue” con entità del deposito.

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