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→  febbraio 23, 2006

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da Peccati Capitali

Evitare il protezionismo «alla Fazio» senza favorire gli «invasori» stranieri: ecco la sfida per il nuovo capo della Banca d’Italia

Il primo obbiettivo, ricostituire il capitale di credibilità di Banca d’Italia, Mario Draghi l’ha centrato con poche mosse: gli averi apportati a un blind trust, l’astensione per non coinvolgere la Banca in polemiche su conflitti di interesse, un codice etico, chiusura di antiche controversie. E la bandiera al balcone. Il secondo, ricostituire il capitale umano, richiederà tempi lunghi: in Via Nazionale, se non dal vertice, si entra solo dal basso. Erano questi gli obbiettivi di quelli per cui la priorità era il mandare a casa Fazio: a Draghi è stato facile accontentarli.

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→  giugno 19, 2005

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INTERVISTA

Antonio Catricalà è partito col piede sbagliato. Non ha dubbi il senatore dei Ds Franco Debenedetti: la prima relazione del nuovo presidente dell’Antitrust non lascia ben sperare. «Per almeno quattro motivi».

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→  febbraio 14, 2004

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Risposta a chi non vuol cambiare

“Ma lo sapete o no, che le banche passano la maggior parte del loro tempo a cercare di mettere mano alle crisi dei grandi gruppi industriali! Lo sapete o no, voi che volete levare a Bankitalia l’antitrust bancario, che cosa capiterebbe del nostro sistema industriale, se le nostre banche se le comprassero gli stranieri?”.

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→  gennaio 30, 2004


Perché non deve far paura l’ingresso delle banche di altri paesi

“Le Fondazioni no, cerchiamo di levargliele; gli industriali no, sarebbero intrecci perversi; partecipazioni incrociate no, non sono trasparenti; i fondi pensione no, perché non ci sono. Finisce che se le comprano tutte gli stranieri”. Stiamo parlando delle banche, e di quello che potrebbe capitare se il controllo sulla concorrenza bancaria passasse da Bankitalia all’Antitrust.

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→  giugno 30, 2003

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Riforma Gasparri

1 – Il modello di riferimento. Quando si scrive una legge di sistema, bisogna avere un modello di riferimento. Quando il sistema è quello dei media, fondamentale per un paese sviluppato, da noi invece ridotto a un oligopolio bloccato, il modello non può che essere un mercato dove la concorrenza è garantita senza ostacoli (come prevede la Costituzione europea). Questo mercato ha suoi vincoli specifici: servizio pubblico, limiti antitrust, allocazione delle frequenze, ecc.: ma sono appunto vincoli, sovrapposti al modello, che resta lo stesso, e da cui le caratteristiche del sistema si deducono in modo logico e concatenato.

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→  giugno 20, 2002

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Una sentenza del Tribunale europeo dà torto al Commissario Monti

Un mercato concorrenziale che assicuri libertà di intraprendere e offra protezione dai monopoli è uno dei capisaldi su cui si fonda la costruzione dell’Europa. Tant’è che l’Antitrust è uno dei due poteri esecutivi in capo direttamente alle autorità comunitarie, l’altro essendo quello di fissare i tassi di interesse.

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