L’Authority vuole far politica

giugno 19, 2005


Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali

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INTERVISTA

Antonio Catricalà è partito col piede sbagliato. Non ha dubbi il senatore dei Ds Franco Debenedetti: la prima relazione del nuovo presidente dell’Antitrust non lascia ben sperare. «Per almeno quattro motivi».

Il primo?
«Dalla relazione emerge che Catricalà si sente più strumento cotitolare di politica industriale, e non solo, che responsabile di un’Autorità che ha poteri di intervento a favore della concorrenza e del mercato».

Da che cosa si vede?
«Se prende pagina 9, vede che Catricalà vuole, addirittura, tra virgolette, “lavorare per un nuovo sistema di amministrazione pubblica”. Poi nella relazione tutte le parti concrete sono lasciate nelle note».

La sua seconda critica?
«Il presidente, con una cesura netta rispetto al passato, si propone l’introduzione di una pratica concertativa. Ora qui bisogna distinguere. Un conto è avere un atteggiamento collaborativo verso le aziende quando si tratta di fenomeni di concentrazioni e fusioni. Altra cosa è quando si tratta di incidere su interessi collusivi e pratiche anticoncorrenziali ».

Per esempio?
«Se si tratta di fare un tavolo regolatorio con le assicurazioni è un conto, ma se si deve contrastare Telecom o Eni non si capisce che tavolo si debba fare».

In passato, però, molto spesso le sanzioni decise dall’ Antitrust non sono poi state applicate.
«Questo è un altro discorso. Non si può dire che perché il Tar del Lazio boccia le sanzioni allora bisogna rinunciare all’Antitrust».

Catricalà, nella sua relazione, ha anche dato importanza alla possibilità, prevista dalla legge, di derogare, in alcuni casi alle stesse norme antitrust sulle concentrazioni.
«Sì, ha fatto riferimento all’ articolo 25 della legge istitutiva dell’ Autorità. E questo è un terzo motivo di critica. Questo passaggio ha un particolare rilievo nella relazione. È sembrato che volesse alludere alla fusione Granarolo Parmalat, che è all’ attenzione di molti. Anche Romano Prodi l’ ha citata nel suo messaggio da Creta».

Catricalà sensibile alle richieste del leader dell’ opposizione?
«Non ho detto questo. Mi limito a fare una constatazione».

La sua quarta critica alla relazione?
«Riguarda il punto dove si parla della legge sul conflitto d’ interessi. Il predecessore di Catricalà, Giuseppe Tesauro, aveva invano supplicato che i compiti previsti dalla legge non venissero assegnati all’Antitrust. Che questa legge sia del tutto inefficace appare chiaramente dalla relazione, ma almeno ci si aspetterebbe un tono meno soffice nei riguardi di coloro che neppure vi adempiono».

Concederà almeno che Catricalà voglia avvicinare l’ Autorità ai consumatori?
«Guardi, le faccio un esempio che riguarda il prezzo del latte. Questo non si abbassa con un’ azione calmieratrice, come sembra auspicare il presidente dell’Antitrust, ma con interventi che aumentino la concorrenza».

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