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→  marzo 1, 1995


Nel chiuso dei ministeri, al riparo di un’improvvida delega, senza discussione in sede politica, il governo pare avere ormai deciso le modalità di privatizzazione dell’Enel. Le ragioni di coloro che sostenevano doversi cogliere l’occasione della privatizzazione per introdurre concorrenza nel mercato non solo non sono state sottoposte a confronto, ma vengono tacitate con considerazioni di politica generale: la data delle elezioni per decidere dell’assetto di un settore fondamentale per un paese industriale.
Ma, si dice, c’è uno stato di necessità: la difesa della lira richiede di procedere a un’immediata privatizzazione. Per questo scopo, il candidato ideale è l’Eni, non l’Enel: minime le modifiche da apportare al regime concessorio, nessuna interferenza con l’istituzione delle Autorità di settore, favore degli investitori istituzionali: lo dice un personaggio esperto ed autorevole come il professor Giavazzi.

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  marzo 1, 1995


In un Paese a struttura economica ultrastatalista, essere ultraliberista è quasi un dovere. Vedersi attribuire (da Carlo Mario Guerci nell’articolo «La nuova Enel val bene un compromesso» pubblicato sul Sole 24 Ore del 23 febbraio) questa qualifica solo perché si sostiene che la concorrenza è un bene per sé testimonia quanto ancora siamo inaspettatamente lontani dal comprenderne il valore.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  febbraio 27, 1995


Tecnologie ed occupazione: se le tecnologie sono una delle cause della disoccupazione struttura le europea, le tecnologie offrono anche la possibilità di produrre un salto qualitativo che consenta all’Europa di riprendere la leadership che ha avuto nella prima rivoluzione industriale: i prodotti più prestati, la cultura più vivace, un benessere socialmente più ripartito. Questo il tema di fondo della riunione del G7 che si è svolta a Bruxelles sviluppando la parte del famoso libro bianco Dedors che si riferisce alle cosiddette autostrade informatiche.

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Pubblicato In: Varie
→  febbraio 21, 1995


Il sistema dei media è alla ribalta ovunque. Ma mentre da noi la discussione è polarizzata sulla «intricata partita sulle regole» di cui parla Rodotà (La politica in TV, la Repubblica del 14 febbraio), non passa giorno o settimana che Financial Times, Wall Street Journal, Frankfurter Allgerneine o Economist non riportino notizie di fusioni, acquisizioni, accordi, investimenti per miliardi di dollari.

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Pubblicato In: Giornali, La Repubblica
→  febbraio 14, 1995


Ricordo che Lei, signor presidente del Consiglio, fu allievo di Cesare Cosciani e ricordo anche un suo pregevole studio sull’imposizione societaria, che probabilmente fu la sua tesi di laurea. Nella mia vita ho dato veramente la mia stima ed il mio affetto a sei o sette persone: Stefano Siglienti, Guido Carli, Gino De Gennaro, Cesare Cosciani, e non nomino coloro che sono ancora vivi (che sono tre del resto, forse quattro con qualche sforzo e con qualche benevolenza). Richiamo il rigore che certamente lei ha sentito nel suo maestro di allora».

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Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  febbraio 11, 1995


In una famosa sentenza il giudice Learned Hand, della Second Circuit Court of Appeal statunitense, affermò che nonostante la posizione monopolista (nella fattispecie del colosso dell’ alluminio Alcoa) potesse assicurare prezzi più vantaggiosi ai consumatori, essa andava condannata perché la libertà di concorrenza è un bene per sé. Torna alla mente l’episodio leggendo la parte relativa alla privatizzazione dell’Enel, nella relazione che il ministro dell’Industria C16 ha reso alla commissione Industria del Senato mercoledì scorso.

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Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore