No al “tatarellum”

febbraio 1, 1995


Pubblicato In: Giornali, La Repubblica


Confronti e Incontri

Non regalare il tema del uni-nominale alla destra: questa la ragione per cui ho votato contro il “tatarellum”. il progetto di legge elettorale regionale, frutto della mediazione appunto di Tatarella, che assegnando l’80% dei seggi su base proporzionale, cerca di incassare senza pagarne il prezzo, i vantaggi che possono derivarne ad Alleanza Nazionale, unico partito organizzato della destra.

Spira un’aria proporzionale nei nostalgici del potere delle segreterie dei partiti, ed anche in coloro che giustamente delusi dalla pessima prova che ha fatto il maggioritario alla sua prima uscita vorrebbero fare marcia indietro: il popolo italiano, dicono, non è maturo per un sistema che dia al Governo il potere di governare ed al Parlamento il compito di controllare. Invece la fiducia nella maturità dell’elettorato, indipendentemente dal censo o dal grado di istruzione, è un tema che storicamente ci appartiene: non possiamo cederlo a Berlusconi.
Ricordiamo l’entusiasmo con cui abbiamo eletto i Sindaci con l’uninominale: è anche sull’onda di quell’entusiasmo che abbiamo portato tanti sindaci progressisti alla guida delle città.
Alla fine si dimenticheranno le ragioni dell’urgenza, la necessità di scegliere il male minore: io spero che resti nella memoria degli elettori il fatto che noi non abbiamo cambiato idea, che siamo per il maggioritario uninominale, contro il ritorno del proporzionale partitocratico.

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