→ Iscriviti
→  novembre 1, 1995


Lo vuole la destra, lo vuole la sinistra, lo vuole il mercato, lo vuole il governo: ma non si fa. Privatizzare. intendo. Perchè?L’ovvia risposta è che privatizzare in sé non significa nulla se non si dice come; schematizzando al massimo. in un parlamento in cui il 45 per cento volesse privatizzare le aziende come sono, un altro 45 per cento volesse totale liberalizzazione, e un 10 per cento si opponesse comunque, non si può formare una maggioranza favorevole.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Varie
→  novembre 1, 1995


Signor Presidente del Senato, signor Presidente del Consiglio, intendo attenermi strettamente al disegno di legge finanziaria: l’avrei fatto comunque, lo faccio a maggior ragione avendo lei richiesto che solo i temi delle sue comunicazioni siano oggetto di indirizzi del Parlamento.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Varie
→  ottobre 24, 1995


Per Domenico Siniscalco, la mia proposta di legge sulla privatizzazione delle banche possedute da fondazioni porta a una «dannosa radicalizzazione». Non credo che sia radicalizzare porre al processo limiti di tempo e obiettivi di quota azionaria residua; dannosa è certo una situazione che pregiudica la privatizzazione di tanta parte della nostra economia.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Giornali, Il Sole 24 Ore
→  ottobre 23, 1995


Che il proprietario di un’azienda in dissesto cerchi chi gli dia capitali per sopravvivere, è naturale. Che nel nostro paese il primo a cui ci si rivolge per aiuto sia il governo, è risaputo. Che ciò venga addirittura preteso, e da chi ancora ieri rivendicava orgogliosamente la propria indipendenza dal mondo pubblico, è solo una contraddizione. È quella in cui incorrono gli amministratori della fondazione che controlla il 72 per cento del Banco di Napoli.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Giornali, La Stampa
→  ottobre 16, 1995


Replica scherzosa a Napoleone Colajanni

Caro Colajanni, come ha scritto venerdì, le privatizzazioni pongono un problema generale di «efficienza e moralità dei mercati», la cui soluzione passa attraverso la «ricostruzione della funzione dello Stato, capace di imporre una ricostruzione delle forze sociali». Se non ci credessi, non starei nei progressisti. Vasto programma, tuttavia, e nei fatti non ampiamente condiviso. E poi, caro Colajanni, ci sono problemi di tempi, di scadenze, impegni: che mi suggeriscono questa fantasia.

leggi il resto ›


Pubblicato In: Giornali, Il Messaggero
→  ottobre 14, 1995


A essere pessimisti non si corre nessun rischio, a essere liberisti, nel nostro paese, sì. Questa è la considerazione che viene in mente leggendo il Geronimo di giovedì, quello su banche e fondazioni. Il nostro, sostiene pessimista Geronimo, non è un mercato: una Borsa asfittica, dove i piccoli risparmiatori sono taglieggiati, i fondi pensione non esistono, e scorrazzano le mani forti. Chi conta su un mercato siffatto per restituire alla proprietà privata le banche possedute da fondazioni non può non avere un altro disegno, quello di consentire a quelle stesse mani forti di impadronirsi prima delle banche e poi delle privatizzande Enel, Stet. Conclusione: il liberismo non fa per noi, lasciamo perdere le privatizzazioni: in queste condizioni sarebbero solo occasione per un «esproprio non proletario».

leggi il resto ›


Pubblicato In: Varie