→ aprile 25, 1997

Caro Michele,
molte occasioni che ci hanno accomunato nei giudizi critici per la sopravvivenza nella politica italiana di visioni ostili al mercato, ho considerato il tuo impegno diretto un fatto molto positivo nel panorama politico, mi sono sinceramente rallegrato per il tuo ingresso in Bicamerale.
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→ aprile 24, 1997

La prudenza era d’obbligo: quando Zandano annunciò che aveva un piano per privatizzare il Sanpaolo, la reazione mia, e di quanti si impegnano per la privatizzazione delle banche pubbliche era stata di cauto ottimismo, troppe volte in questo Paese agli annunci non sono seguiti i fatti, o i fatti non sono stati chiari.
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→ aprile 22, 1997

Al Direttore.
Credo fosse due anni fa, una calda giornata di sole. All’Università La Sapienza si dibatteva di liberalizzazione delle telecomunicazioni. E’ inaccettabile, sostenevo, che alla vigilia (fa fin tenerezza ripensarci!) della sua privatizzazione il monopolista pubblico si annetta anche il monopolio del cavo nelle città, e di I ì si conquisti l’ingresso nel settore televisivo. Lo sostenni con foga, tanto che Miro Allione, allora amministratore delegato di Stream, lasciò la sala indispettito. Se il suo successore Io sapesse avrebbe oggi un motivo in più per sorridere soddisfatto: Stet Telecom sta per concludere l’accordo che sancirà la sua entrata a vele spiegate nella televisione; non solo in quella via cavo, dove ormai più nessuno è in grado di contrastarla, ma in quella satellitare.
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→ aprile 8, 1997

Centinaia sono le modifiche proposte alla Bicamerale, occupano più di 2000 pagine: io sono il solo — a quanto mi consta — ad avere avanzato due proposte di carattere fondamentale per il nostro sistema economico.
La prima è volta a portare in Costituzione il mercato, cioè il sistema di relazioni e di informazioni in cui tutti viviamo e operiamo, da cui nasce la ricchezza del paese. «Il mercato e la concorrenza sono tutelati da una apposita autorità indipendente, con criteri e modalità stabiliti dalla legge», questo il testo della mia proposta, congegnata, per motivi tecnici, come modifica dell’articolo 99.
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→ marzo 13, 1997

La mia proposta di legge sulla privatizzazione delle banche possedute da fondazioni. elaborata insieme a De Nicola, Giavazzi e Penati, ha avuto consensi e critiche. Adesso riceve dall’amico Nardozzi [onore di un ossimoro: «estremismo dirigista liberale». (Si veda l’articolo «Banche, il sistema si riforma con le strategie» pubblicato sul Sole-24 Ore del 7 marzo).
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→ febbraio 28, 1997

Sono passati sette anni dalla legge Amato, tre anni dalla direttiva Dini: ma per la privatizzazione del sistema bancario italiano, non è successo nulla. Le fondazioni mantengono il controllo delle loro banche, il Tesoro di Bnl e Mediocredito.
La ristrutturazione del settore è avvertita come un’emergenza indilazionabile: essa trascende l’orizzonte degli esuberi e del costo del personale.
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