→ luglio 3, 2001
Intervista di Patrizia Rettori
La tempesta Montedison si è abbattuta sul mondo politico con effetti singolari. Ulivo e Casa della Libertà erano uniti prima delle elezioni attorno al decreto varato dal governo Amato per sterilizzare il peso del colosso francese Edf. E lo sono anche adesso che nella partita è entrata la Fiat: il governo dichiara la sua neutralità, e l’ex presidente della Camera Violante apprezza. Eppure la vicenda ormai non è più solo nella scalata di un monopolista straniero ad una grande azienda italiana: il paesaggio finanziario può uscirne sconvolto, con il declino di Mediobanca e l’ascesa della Fiat. In più. ed è una malignità di dominio pubblico, tutto nascerebbe da un patto Agnelli-Berlusconi: l’Avvocato ha appoggiato il Cavaliere in campagna elettorale, il governo ricambia lasciando mano libera alla Fiat. Franco Debenedetti, senatore dell’Ulivo, dissente sia dal suo schieramento che dal governo.
leggi il resto ›
→ luglio 3, 2001
Se un Paese adotta misure protezioniste, soleva dire Giuliano Amato quand’era presidente dell’antitrust, sono i suoi cittadini che finiscono per pagarne il costo. Anche se lo fa a fin di bene, avrebbe dovuto aggiungere: c’è infatti sempre il pericolo che un provvedimento protezionista scappi di mano, e finisca per sortire conseguenze molto diverse dalle intenzioni di chi l’aveva proposto. Per ironia del destino, è proprio quello che sta succedendo con il decreto del suo Governo che sterilizza al 2% il diritto di voto di quel 20% di azioni Montedison che Edf aveva rapidamente messo insieme.
leggi il resto ›
→ giugno 29, 2001
Autorevoli amici hanno manifestato opinioni, talune perplesse altre decisamente negative, alla mia proposta “Contro il deficit vendere le Genco” (si veda «Il Sole-24 Ore» del 20 Giugno): questa vendita — sostengono — sarebbe in realtà una privatizzazione, e quindi i relativi proventi non potrebbero avere altra destinazione che l’ammortamento del debito pubblico. Che ciò corrisponda allo spirito (non alla lettera, credo) della legge 474, non solo l’ho scritto chiaramente nel mio articolo, ma lo sostenevo sul Sole già l’8 Ottobre dello scorso anno (“Enel, quel corto circuito Genco-Infostrada”): di fronte alle dichiarate intenzioni di Enel di destinare i proventi delle Genco per pagare l’acquisto di Infostrada sopperendo alle necessità di cassa con un prestito ponte, chiedevo al Governo di esigere dall’azienda il versamento di un dividendo straordinario da destinare ad ammortamento del debito pubblico.
leggi il resto ›
→ giugno 20, 2001
Come comportarsi quando si decide di uscire da una grande società
La Banca di Roma ha una struttura direzionale molto forte”, ha dichiarato il governatore Antonio Fazio dopo la notizia delle dimissioni di Carlo Salvatori da amministratore delegato della Banca di Roma: le sue parole sono state ascoltate con grande attenzione e con qualche sorpresa. Prima di tutto perché dosare i propri interventi, pesare col bilancino da farmacista ogni aggettivo è, per i banchieri centrali, una seconda natura. Poi perché la Banca d’Italia è anche Autorità del sistema bancario: il suo quindi è un giudizio del vigilante sul vigilato. Infine per la sproporzione tra l’eccezionalità dell’intervento e il fatto che l’ha provocato, le dimissioni di un amministratore in carica da neppure sei mesi.
leggi il resto ›
→ giugno 20, 2001
Conti pubblici
Una questione complicata” ha definito il Presidente del Consiglio il possibile aumento del deficit di cui si e’ fatto gran parlare nei giorni passati. L’espressione, riferita a un paese come il nostro con un debito di 2.500.000 miliardi, è sicuramente un understatement, che però gli ha permesso di rinviare di affrontare una questione spinosa. Che, tra aumento delle spese sanitarie delle regioni, minori gettiti da capital gain, rallentamento della crescita, questo “buco” ci sia, lo ammettono ormai anche diversi esponenti della vecchia maggioranza.
leggi il resto ›
→ giugno 14, 2001
Keynesiani alla riscossa. George W.Bush annuncia il suo piano di supporto all’economia che, tra maggiori spese e tagli alle tasse vale, per il prossimo anno, 130 miliardi di $, l’1,3% del PIL americano; pochi giorni dopo, a New York, in una riunione dei più importanti leader industriali americani, indica le condizioni in cui il suo Governo è disposto a finanziare le spese con il deficit di bilancio: col che viene iscritto d’ufficio al club dei seguaci del grande economista di Cambridge John Maynard Keynes.
leggi il resto ›