«La legge rischia l’aggiramento»

luglio 3, 2001


Pubblicato In: Varie


Intervista di Patrizia Rettori

La tempesta Montedison si è abbattuta sul mondo politico con effetti singolari. Ulivo e Casa della Libertà erano uniti prima delle elezioni attorno al decreto varato dal governo Amato per sterilizzare il peso del colosso francese Edf. E lo sono anche adesso che nella par­tita è entrata la Fiat: il governo di­chiara la sua neutralità, e l’ex presi­dente della Camera Violante apprezza. Eppure la vicenda ormai non è più solo nella scalata di un monopolista straniero ad una gran­de azienda italiana: il paesaggio fi­nanziario può uscirne sconvolto, con il declino di Mediobanca e l’a­scesa della Fiat. In più. ed è una ma­lignità di dominio pubblico, tutto nascerebbe da un patto Agnelli­-Berlusconi: l’Avvocato ha appoggia­to il Cavaliere in campagna elettora­le, il governo ricambia lasciando mano libera alla Fiat. Franco Debe­nedetti, senatore dell’Ulivo, dissen­te sia dal suo schieramento che dal governo.

Senatore, siamo alla vigilia di un terremoto nel mondo econo­mico italiano?

«Terremoto è la parola giusta, e cercare di capire che cosa succederà è cosa che non interessa solo gli analisti finanziari e i commentatori economici. Ma io faccio il parla­mentare e domani (oggi per chi leg­ge, ndr) siamo chiamati a discutere in commissione Industria al Senato sulla conversione del decreto che sterilizzava i voti Edf. Questo è il mio mestiere e quindi questo è ciò su cui in primo luogo sto ragionan­do»«

Ragioniamo, allora.

«Il decreto è chiaramente prote­zionista: io stesso l’ho criticato per­ché, come tutti i protezionismi, fa pagare dei prezzi ai cittadini. Ma è uno strumento, forse perfino di dubbia legittimità, che però si pro­pone un obiettivo condivisibile: è per guadagnare tempo e ottenere un risultato di liberalizzazione a li­vello europeo che congela il diritto di voto del 20-25 per cento di Edf al 2 per cento. Questo è lo scopo del decreto. Adesso ci troviamo di fronte a un fatto che non io ma il Financial Times definisce un aggira­mento della legge italiana. Allora chiedo: che ci propone il governo, di approvare una legge nel momen­to in cui viene aggirata?».

Il governo vuole convertire il decreto e dichiara la propria “neutralità vigile”.

«E che cosa significa? Il governo o è fedele o non e fedele all’obietti­vo politico della sua legge, non è neutrale. Neutralità su che cosa? Sul fatto che il suo decreto viene so­stanzialmente aggirato? Il governo può anche lasciarlo cadere, ma non può farlo approvare come se non fosse accaduto nulla. Sembra una presa in giro».

E che cosa può fare?

«I govemi hanno modi per preve­nire atti che ritengono contrari alla propria politica. Poi, se si accorgono che una legge ha lasciato un buco, lo possono chiudere modificando il provvedimento. Se cambiano idea, possono ritirarlo».

E delle malignità su Agnelli e Berlusconi che cosa dice?

«Per carità, risparmiamoci almeno i veleni delle dietrologie. Considera­re tutta questa vicenda come uno scambio di favori è un errore che la sinistra non può permettersi: sa­rebbe autolesionismo. E una vicen­da tecnicamente complessa, che ri­guarda la nostra maggiore indu­stria, che ha anche risvolti internazionali, da cui dipende tra l’altro l’assetto di un mercato come quello elettrico. Serve un’analisi ap­profondita, serve avere le idee chia­re. Se si crea il polverone non si ca­pisce più niente. Non si deve cedere a questa tentazione».

Cioè alla malignità di cui sopra.

«Esattamente. Una sinistra seria, che ha governato il Paese per cin­que anni, non può andare dietro alle malignità. Però anche la destra deve sapere che in tema di interessi ha il nervo scoperto: e quindi meno che mai può far finta di niente e na­scondersi dietro una finta neutrali­tà».

Però questa storia ha molti altri risvolti. Sembra un passaggio d’e­poca, con il declino di Mediobanca…

«Questo fa parte della storia an­cora da scrivere. Come le ho detto, ci sono le considerazioni politiche, ci sono quelle di politica economica, in questo caso l’assetto del mercato elettrico, in corso di privatizzazione e liberalizzazione, ci sono le proce­dure sui mercati regolamentati. C’è anche la fantaeconomia, la specula­zione, anche esse cose belle e inte­ressanti, a volte profittevoli. Ma io faccio un altro mestiere».

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