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→  gennaio 21, 2002


“O si cambia o colpiremo uniti” hanno detto i sindacati a Palermo

“O si cambia o colpiremo uniti” hanno detto i sindacati a Palermo domenica scorsa, e contro le proposte del governo su licenziamenti e pensioni hanno annunciato fitti scioperi. Una dura sconfitta per il Ministro Maroni che per corteggiare CISL e UIL e dividere il fronte sindacale si era imposto anche a Tremonti rinunciando a rivedere le pensioni di anzianità e al secondo tempo della riforma.

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→  gennaio 14, 2002


Lettera a Panorama

Caro Direttore,

ho anni abbastanza per ricordare la lunga serie di svalutazioni che hanno segnato la storia della lira, e le loro disastrose conseguenze: le tragiche ingiustizie a danno dei più deboli, le scelte economiche distorte, gli investimenti non osati.

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→  dicembre 13, 2001


Il quotidiano DS cavalca la Piazza. Ma per quelli che dissentono

A descrivere i problemi che travagliano i DS, l’Unità del 28 Novembre vale più di un congresso: un numero da conservare. Nicola Tranfaglia lamenta le 7 Tv per un solo padrone: sacrosanta denuncia, la sua, della concentrazione di tutto il potere televisivo in una sola persona. Ma denuncia contro ignoti: non ci sono stati, per lo storico torinese, colpevoli nella sinistra quando era al governo, per non aver previsto questo esito e per non avervi posto mano in 5 anni; né ci sono colpevoli ora. Resta solo il problema, un oggetto da contemplare, utile per muovere gli animi all’indignazione.

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→  dicembre 5, 2001


Proposta paradossale: riunire le partecipazioni di Stato. Richiamando Armani e Pini.

La Borsa incerta, gli investitori prudenti, i raider latitanti, la minaccia di recessione sull’economia: mai il momento è stato così favorevole. Il Governo deve cogliere la magica congiuntura e prendere una decisione netta e radicale: istituire il Ministero delle Privatizzazioni.
Perché tenere parcheggiate le partecipazioni dello Stato, ENI, ENEL, Alitalia, Finmeccanica, Ferrovie, Poste e quant’altro? Unifichiamole nella perfezione dell’ossimoro: “privatizzazioni”, l’impegno preciso; “ministero”, la garanzia di prudenza.

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→  novembre 15, 2001


Partita doppia

Il titolo, sparato lunedì 5 novembre in prima pagina su cinque colonne dall’autorevole Financial Times era da far sobbalzare. ” Dubbi su come l’Italia si qualificò per l’entrata nell’Euro”. Operazioni sui derivati, spiegava il catenaccio, forse erano state usate per “occultare la dimensione del deficit”. E subito il pensiero andava a Mario Draghi, il direttore generale del Tesoro che per dieci anni aveva gestito il nostro gigantesco debito pubblico con riconosciuta perizia, confermata da prestigiosi premi i internazionali. E più su a Carlo Azeglio Ciampi, all’epoca titolare del dicastero, che aveva ribattuto colpo su colpo chi non credeva possibile che l’Italia passasse in un anno dal 6,3% al 2,8% di rapporto deficit/PIL. E più su ancora a Prodi, all’epoca presidente del Consiglio. Che ci fossimo sbagliati tutti?

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→  ottobre 18, 2001


Senza l’abrograzione dell’art. 18 qualsiasi incentivo rimarrà lettera morta

Per Guidalberto Guidi della Confindustria «è come parlare di Bin Laden»: ma già ben prima dell’attacco dei terroristi era chiaro che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello in base al quale il giudice può reintegrare il lavoratore licenziato, sarebbe rimasto l’ultimo, insuperabile tabù. E’ un peccato, perché il libro bianco di Maroni ha spunti interessanti. Ma anche le innovazioni coraggiose, se servono solo a scacciare la paura, finiscono per avere effetti negativi.

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