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→  aprile 22, 2002


Lavoro e pensioni sono le questioni più urgenti per il governo

Partita doppia quella del governo, sui due fronti del lavoro e delle pensioni. Sul lavoro, se vorrà chiudere la vicenda dell’art. 18 senza perdere la faccia, il Governo dovrà pagare il prezzo politico di una ulteriore riduzione della già esigua portata delle sue proposte, e in più il costo economico degli ammortizzatori sociali. I 10 miliardi di euro sono una “sparata” della CGIL, ma, anche se ci si accordasse su un terzo, sarebbe pur sempre da trovare in una finanziaria già difficile di suo.

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→  aprile 5, 2002


La questione Unità

Erano solo sessanta parole, poche righe nel mezzo di un articolo (su La Stampa del 21 Marzo), ma è bastato ricordare il potere, e dunque le responsabilità, che la legge sul finanziamento pubblico dell’editoria attribuisce al partito di cui il giornale “risulti essere organo”, perché a proposito dell’Unità si scatenasse tutto questo pandemonio.

Claudio Rinaldi (L’Espresso del 4 Aprile) mi fa troppo onore quando suppone che tanto possa la mia – tra l’altro inesistente – inimicizia verso Furio Colombo.

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→  marzo 29, 2002


La soddisfazione del riformista è grande per il successo di una manifestazione della propria parte politica

“Come ci si sente adesso dalle parti di voi riformisti?” mi chiede malizioso il mio interlocutore “se ha vinto Cofferati, voi siete stati sconfitti”.
Tocca allora dare una risposta chiara. La soddisfazione del riformista è grande per il successo di una manifestazione della propria parte politica, fatta da gente di cui condivide alcuni obbiettivi, diverse preferenze e non poche ostilità. Per essere piena, la soddisfazione ha bisogno però di essere reciproca.
E cioè che anche leader e militanti che hanno riempito il Circo massimo non sentano il riformista come una presenza ingombrante ed estranea.

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→  marzo 15, 2002


Ebbene sì: confesso che io ho una ragione personale di essere grato a Roberto Colaninno.

Perché quando parlo di privatizzare, ENI o Enel, la RAI o la Posta, a chi mi obbietta che è inutile proporre di vendere quando non si vede nessuno che possa comperare, grazie a lui posso ribattere che, se qualcosa è davvero in vendita, ci sono in Italia tante Mantove da cui può uscire un ragionier Colaninno, che i soldi li trova, si fa avanti e sorprende tutti.

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→  marzo 1, 2002


Sì, siamo cambiati, come partito. E talvolta il cambiamento può essere doloroso

“Sì, siamo cambiati, come partito. E talvolta il cambiamento può essere doloroso. Ma siamo più forti, non più deboli, perché siamo cambiati. E per buone ragioni. Non siamo diventati il partito della competenza economica per impressionare le grandi aziende. Ma perché conoscere il mercato è la precondizione della giustizia sociale, e le vittime della disoccupazione sono lavoratori ordinari. […]. Le nostre politiche sono cambiate. I valori no: valori per cui vale la pena di combattere e governare”.

A questo ho pensato ascoltando i resoconti dell’incontro di Fassino con gli intellettuali a S. Michele in Roma. A questo ho pensato ascoltando per radio il boato dei 40 mila del Palavobis di Milano. Alle parole con cui il 22 febbraio Tony Blair ha concluso la conferenza del Labour scozzese.

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→  febbraio 8, 2002


I massimalisti alla guida?
Almeno saranno chiare le colpe della prossima sconfitta

Non si può per lunga tradizione corteggiare gli intellettuali adornando cortei, palchi e appelli, per poi fare spallucce dicendo “che volete, è solo un cinematografaro” quando prendono la parola in piazza e sostengono tesi sgradevoli. Per questo, mi pare abbia poco senso usare le citazioni del Moretti regista contro il Moretti oratore di piazza Navona. Badiamo alla sostanza.
La ricetta politica che Moretti ha proposto – tornate all’union sacrée da Dini e Di Pietro a Bertinotti – gode di vasta cittadinanza in una parte del centrosinistra. Non la condivido, ma non mi scandalizzo. Piuttosto, Moretti è stato utile nel rivelare che ciò che lo angustiava – siete divisi, non vi capiamo – è clamorosamente vero.

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