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→  ottobre 10, 1994


Stretta dalla necessità di abbattere i costi, l’indu­stria europea dell’auto ha effettuato, tra il 1991 e il 1993, una massiccia ristrutturazione: tra produttori e fornitori si sono tagliati 500.000 posti di lavoro. La storia di decenni di lotte su cui si è formata l’élite della classe operaia, che furono il banco di prova della grande imprendi-tona di fronte ai problemi socia­li della produzione di serie, ha conosciuto tensioni laceranti, proposte rivoluzionarie: come quella Vw di ridurre orario di la­voro e busta paga. Marche sim­bolo dell’orgoglio di una nazio­ne, come Mercedes, hanno do­vuto cambiare filosofia di pro­getto: non più la migliore tecno­logia possibile, e il prezzo che ne consegue, ma un progetto com­patibile con l’obiettivo di prez­zo.

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→  settembre 26, 1994


Non sono i salari troppo alti a minare la competitività delle imprese europee: sono i manager incapaci. Sono loro il male oscuro dell’imprenditorialità del vecchio continente, perché vivono arroccati all’interno dei confini della comu­nità ed hanno un carente senso dell’organizzazione azienda­le. Non, è un qualche sindacato barricadero a lanciare un «j’accuse» di tale evidenza ai manager di tutta Europa ma la Cee. E’ infatti quanto si legge nel «Panorama of Eu industry», uno studio della commissione europea . che in 1400 pagine analizza lo stato di salute del sistema imprenditoriale il quale a fine del 1994 dovrebbe far finalmente crescere dell’1,4 peni. cento il Pil continentale.

La Commissione europea esamina, in un ampio «Panorama delle indu­strie nell’Ue» le prospettive dopo due anni, in cui la produzione era scesa al livello più basso in vent’anni. Più che i dati quantitativi, sono interessanti le considerazio­ni qualitative, sulle cause della mancanza di competiti­vità europea sui , mercati mondiali: come fattore chia­ve si indica non il costo del lavoro, ma soprattutto i pro­cessi organizzativi, interni e nei rapporti con fornitori e distributori. Infatti, nota il rapporto, per ora le importa­zioni sostitutive da aree a basso costo, del lavoro hanno avuto un’influenza trascura­bile.

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→  settembre 18, 1994


La Germania arresta i nani al­la frontiera con la Polonia (ma si precisa che si tratta delle statuine in gesso dei compa­gni di Biancaneve). La Svizzera dichiara guerra alla Cina (per la riproduzione del famoso coltellino con lo scudo crociato e l’arco di Guglielmo Tell).

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→  agosto 20, 1994


Si dice «innovazione» e si pen­sa ai prodotti di lunghi anni di ricerche in laboratori tec­nologici. Ma innovare vuol dire anche guardare le cose in modo nuovo, forzare i tabù culturali, sparigliare le carte.

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→  luglio 16, 1994


La politica economica del governo Ciampi era assolutamente corretta, ha avuto successo, e va coerentemente proseguita.
Chi autorevolmente lo afferma non è un’opposizione frustrata e nostalgica, ma il ministro delle Finanze del governo Berlusconi: è infatti quanto si ritrova nel documento di manovra economica varato ieri dal governo.

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→  maggio 9, 1994


Nelle privatizzazioni «il governo, ha scritto su «La Stampa» l’ex ministro dell’Industria Paolo Savona nella sua intervista alla Stampa, aveva deciso di valutare caso per caso quale dei tre obbiettivi (sviluppo, governabilità, diffu­sione dell’azionariato) dovesse essere privilegiato nell’interesse generale del Paese». Non sembra trattarsi di alternative diverse: il governo si legittima anche in ragione dello sviluppo che riesce, a promuovere, e la diffusione, dell’azionariato non è un bene in sé, ma solo se serve ad evitare intrecci di interessi che frenino lo sviluppo e vendichino il con­trollo. In realtà la vera scelta è tra il massimizzare i proventi per i venditori (l’Iri o il Tesoro) e il cogliere l’occasione delle pri­vatizzazioni per ridisegnare la mappa delle attività imprenditoriali nel Paese: nel senso, si sperava, della modernizzazione e dell’allargamento.

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