→ maggio 19, 2003

Lettere a Paolo Mieli
Non sono affatto come i melii quelli che ormai si suol chiamare terzisti, caro Mieli. Gli isolani della colonia spartana volevano essere neutrali, «alleati né degli uni né degli altri». Invece nell’arcipelago dell’opposizione, una netta demarcazione passa tra «sinistra di governo» e «sinistra identitaria».
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→ maggio 19, 2003
Caro Mieli,
una cosa non cessa mai di sorprendermi: è come il cambiamento del clima politico si manifesti con opinioni che sorgono simultaneamente e indipendentemente una dall’altra.
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→ dicembre 8, 2002

Voto contrario – Lettera a Mieli
Caro Mieli,
sul ddl che rende permanente il 41 bis il 17 ottobre, in dissenso dal mio gruppo, ho fatto dichiarazione di astensione (come lei sa in Senato l’astensione conta come voto contrario). Siamo stati pochissimi e, del mio gruppo parlamentare, io solo. Come vede a volte ci si trova di istinto.
Franco Debenedetti
→ novembre 20, 2002

Nella sua analisi del «riformismo qui in Italia», lei, caro Mieli, solleva due problemi connessi ma distinti. Il primo è l’ambiguità semantica per cui il riformismo sarebbe più «presunto» che vero (Francesco Damato), «più cosmetico che realmente innovativo» (Eugenio Scalfari). Io credo invece che non sia così. Sostiene poi che il riformismo è destinato a «prendere pochi voti» come dice Roberto Cassola. Anche qui non penso che sia così. Riforme aveva promesso l’Ulivo quando vinse nel `96 (e parecchie ne ha fatte nella sua breve stagione), riforme ha promesso la Cdl nei 2001 (e deve ancora dimostrare che qualcuna saprà realizzarla). E ci sono, nel centrosinistra, persone convinte che un programma riformista sia il solo con cui vincere alle elezioni.
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→ ottobre 11, 2002

Intervista di S. Riz.
«Che ci voglia un’integrazione industriale, lo hanno detto tutti. Che il piano della Fiat debba essere credibile è ovvio». E dopo queste considerazioni, il senatore Franco Debenedetti si pone una domanda: «Ma con chi va discusso il piano?».
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→ agosto 13, 2002

Intervista di R. Ba.
«Gli obiettivi legati alla nascita dell’euro sono stati raggiunti, ma di fronte allo spettro della recessione cosa facciamo? Siamo pronti ad affrontare una politica deflazionistica e ad avere più disoccupati?». Franco Debenedetti, senatore diesse, ricorda che il protocollo è un accordo tra governi e dunque un documento politico. E di fronte a queste scelte la politica deve rientrare in gioco.
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