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→  novembre 1, 1998


Il cortile di palazzo Paesana di Torino è il protagonista di un breve episodio di “Così ridevano”, il film di Gianni Amelio premiato con il Leone d’Oro a Venezia. Un pugliese appena sceso dal treno del Sud vaga per la città alla ricerca dei parenti, la moglie un passo indietro, un figlio per mano e uno in braccio: «qui deve abitare il padrone di Torino, esclama ingenuo ed estatico. Nel bel palazzo di Gian Giacomo Plantery giunge per caso, le indicazioni per orientarsi nella città sono indecifrabili. Il cortile è vuoto, Torino si offre passivamente, ha sistemato la sua storia sotto un lindo restauro: ma nel palazzo non abita nessuno.

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→  luglio 28, 1998


Qualcuno prima di me ha menzionato la verifica di maggioranza: non è la sola verifica, dato che nello stesso periodo di tempo dovrà partire la verifica degli accordi del 1993, conclusi da Ciampi a seguito dell’accordo del 1992 di Amato, cui sostanzialmente siamo debitori del successo dell’entrata in Europa. I temi delle due verifiche sono connessi per più ragioni: in primo luogo perché — come è stato più volte ricordato — il problema del Mezzogiorno riguarda tutto il Paese e gli strumenti di intervento mirati diventano sempre meno praticabili. In secondo luogo perché l’emergenza occupazione, che è la parte più visibile dei problemi del Mezzogiorno, è legata secondo i più al reperimento delle risorse, e questo problema è necessariamente connesso ad uno dei temi centrali della verifica dell’accordo del ’93, ovverosia la riforma della previdenza.

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→  luglio 1, 1998


Nella mia esperienza di parlamentare convinto dell’utilità per il Paese di aprire al mercato e alla concorrenza molti settori della vita italiana che ne restano esclusi, c’è una cosa che col tempo mi è divenuta sempre più chiara. Non c’è niente di peggio che apparire un estremista convinto a priori della bontà delle soluzioni che indica. Se si suscita questa reazione, si ottiene solo l’effetto di allontanare financo la possibilità che il confronto avvenga sui problemi concreti. E si finisce automaticamente per fare il gioco di coloro che, si tratti di sincere convinzioni ideologiche o di interessata tutela dei monopolisti. nulla di meglio chiedono che liquidare nuove proposte come pure astrazioni, magari inadatte al ruolo giocato nel nostro Paese dalla mano pubblica.

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→  dicembre 1, 1997


La prosperità di un paese dipende in modo cruciale dal­la intensità di investimenti in capitale umano. E questi dipendono dalla libertà che, concretamente, è libertà di sce­gliere. Dunque libertà per gli studenti, che devono poter scegliere tra sistemi formativi diversi per ambiente e per percorsi; e anche libertà per gli insegnanti che devono poter scegliere i sistemi formativi nei cui obiettivi e metodi meglio si riconoscono.
Parità scolastica, autonomia degli istituti, abolizione del valore legale del titolo di stu­dio sono premesse necessarie per garantire a tutti libertà di apprendere e libertà di in­segnare.

→  luglio 3, 1996

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore DEBENEDETTI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 LUGLIO 1996

Privatizzazione delle banche controllate
da fondazioni/associazioni

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→  giugno 1, 1996


C’è da scommetterci: l’impegno alle priva­tizzazioni avìà la sua brava evidenza nel program­ma del governo Prodi. Ma la mia opinione è netta: l’impegno sarà efficace solo se l’obiettivo della restituzione al privato delle imprese di Stato sarà diverso da quelli sin qui esplicitati. Se il fine delle privatizzazioni fosse sistemico rispetto alle condi­zioni del Paese, esse dovrebbero essere accompagnate da decise liberalizzazioni, volte a rendere i mercati concorrenziali e le imprese contendibili. Ciò in Italia sinora è mancato, mentre al contrario poteva rappresentare la risposta più immediata al problema di come reintrecciare l’ordito asfittico della finanza italiana con quello dello sviluppo. E potrebbe essere una delle più grandi chances per il governo Prodi imboccare con decisione questa strada, che potrebbe contribuire al rating di fidu­cia internazionale dell’Italia quasi se non quanto le manovre di finanza pubblica.

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