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→  ottobre 16, 2013


Contro la vampata statalista. I vizi della gestione governativa di Alitalia, Telecom e Ansaldo
Francesco Giavazzi, Salvatore Rebecchini, Carlo Stagnaro, Giorgio Arfaras, Enrico Colombatto, Francesco Daveri, Franco Debenedetti, Ernesto Felli, Corrado Sforza Fogliani, Alberto Forchielli, Francesco Forte, Riccardo Gallo, Andrea Giuricin, Fiorella Kostoris, Mauro Marè, Alberto Mingardi, Fulvio Ortu, Riccardo Puglisi, Riccardo Ruggeri, Fabio Scacciavillani, Mario Seminerio, Chicco Testa, Francesco Trebbi, Francesco Venier

Il protezionismo industriale torna di moda a Roma. E non è un belvedere”, ha scritto il Financial Times. Il governo Letta, sostenuto da Pd, Pdl e Scelta civica, sta inviando infatti un messaggio pericoloso agli investitori internazionali ed errato a quelli domestici. Lo dimostrano le vicende degli ultimi giorni di Ansaldo Energia, Telecom e Alitalia.

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→  settembre 20, 2012


“Per anni ho pensato che ciò che era buono per la nazione fosse buono per la General Motors e viceversa”. Era il 1953 quando Charles Erwin Wilson pronunciò la famosa frase. Oggi, riflettendo sulle accuse mosse a Marchionne, vien da porsi una domanda più radicale: ci sono strategie “che siano buone per la nazione” e non “buone” per la Fiat? E’ possibile che ci siano?

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→  dicembre 5, 2002

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A gridare che il re é nudo si coglie anche una (parte di) verità, e si strappano consensi: era successo a Moretti parlando del centrosinistra e dei suoi dirigenti, é successo ieri a Berlusconi parlando della Fiat e dei suoi manager. Ci sono ottime ragioni per polemizzare su modi e contenuti: ma se l’opposizione si ferma alle critiche, rischia di lasciare che siano altri ad andare al nocciolo dei problemi, e perde l’opportunità di indicare lei la strada per una soluzione vantaggiosa per il paese.

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→  giugno 25, 2000


«Not with a bang but with a whimper», non con un botto ma con un sospiro. Il famoso verso di T.S. Eliot ben si addice alla fine del­l’Iri: venduto quanto era vendibile, passato al Tesoro quanto si con­tinua a considerare strategico, rinviato quanto non si è riuscito a ri­solvere, ora inizia la lunghissima dissolvenza della liquidazione.

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→  marzo 17, 1999


Se si limitasse a lamentare che il risanamento della finanza pubblica non è stato accompagnato da politiche di sviluppo, Luciano Galli­no (Meno Stato non vuol dire cedere ai privati i panettoni, La Stampa del 15 marzo) sarebbe in buona compagnia: Fazio e Duisenberg, Monti e Romiti, per citarne alcuni. Gli obiettivi che egli indica, «salvaguardia degli interessi nazionali, della propria capacità competitiva e delle proprie forze lavoro», si sono prestati a varie interpretazioni, non tutte fortunate. Perché non ci siano dubbi su che cosa intende, il professor Gallino porta degli esempi: ed è li che l’attenzione si impenna. Ma come? Credevamo di sa­pere che Internet è il frutto spontaneo della libertà, che per difenderla dai regolatori i suoi adepti sono pronti a una guerra santa; che perfino l’intervento dell’antitrust contro lo strapo­tere di Microsoft è temuto co­me un’interferenza sul libero mercato; che Silicon Valley è uno straordinario esempio di ricerca finanziata dal mercato. Qual è mai l’agenzia che ha reso possibile la conquista «del dominio assoluto nel campo delle tecnologie infotelemati­che»?

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→  dicembre 1, 1995


Sta per ricomparire la ‘politica industriale’? Da alcuni, per ora deboli segnali, c’è da temerlo: lo ha evocato in un’intervista il ministro C16, e anche alcuni, commentatori e politici, che pure si professano in favore delle privatizzazioni, invocano i superiori interessi nazionali: non disperdere un patrimonio, le poche grandi aziende che ci sono, finiremo per dare tutto agli stranieri, i privati non sono poi granché meglio, ricordiamo Telettra, Finsiel farà la stessa fine, eccetera eccetera: tutto l’armamentario di vecchi argomenti rigurgita, quando si tratta di venire al dunque, di giudicare i concreti esiti delle dismissioni.

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