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Archivio per il Tag »Obama«

→  marzo 27, 2010

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Avere sfondato il muro che si opponeva alla riforma sanitaria, che aveva bloccato i predecessori democratici di Barack Obama, è stata salutata in Italia come una vittoria “di sinistra”: il Presidente americano è ritornato ad essere quello per cui i nostri liberal avrebbero voluto poter votare due anni fa. Un entusiasmo giustificato? Le critiche da sinistra al sistema sanitario americano poggiano su due punti: la mancanza di copertura e il costo.

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→  febbraio 3, 2010

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da Peccati Capitali

“Sono Scott Brown, guido un pick-up”: si presentava così ai comizi, il repubblicano che è riuscito a sottrarre ai democratici, dopo 47 anni, il seggio senatoriale del Massachusetts. Obama aveva preso l’auto come simbolo dei cambiamenti che intendeva portare nella società e nei consumi americani? E lui prende come simbolo i pick-up, i SUV, i loro motori ultrapotenti, le loro dimensioni esagerate per rivolgersi a un’America orgogliosa della propria forza, gelosa della libertà di muoversi nei grandi spazi, che non si ritrova nelle macchine risparmiose e fighette progettate in Europa.

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→  luglio 28, 2009

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da Peccati Capitali

Alla sanità USA si rimproverano i 45 milioni di cittadini americani senza copertura sanitaria e il costo, il 15% del PIL, più che doppio di quello “europeo”. Ma è poi proprio così? Di quei 45 milioni, un 10% ha mezzi per provvedere con proprie assicurazioni, moltissimi sono “in transito” tra un impiego e un altro, dato che sono le aziende a fornire l’assicurazione sanitaria ai loro dipendenti.
Quanto al costo, il 60% è spesa privata, per tre quarti assicurazioni e fondi di investimento e per un quarto i cittadini direttamente.

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→  febbraio 24, 2009

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Si cerca l`antidoto per i titoli tossici

di Rossella Bocciarelli

È un tema che sta togliendo il sonno al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Ma se ne discute molto anche in Europa; e una soluzione finanziaria, utile a risolvere eventuali problemi futuri, è stata indicata per l`Italia anche dal Governatore Mario Draghi. È il tema del cosa fare per attenuare gli effetti negativi di quella corsa allo smobilizzo degli asset che imperversa per il mondo, per effetto della sfiducia e della perdurante incertezza sul grado effettivo di tossicità degli attivi delle istituzioni finanziarie.

È una discussione. che si svolge in tante sedi: da quelle politiche e tecniche (Ecofin, G7-G2o, Fini, Financial stability forum) a quelle della comunità finanziaria e accademica internazionale: dopo la presentazione del piano Geithner sono infatti scesi in campo George Soros e Ricardo Caballero, mentre nel dibattito italiano sono da registrare i suggerimenti di Francesco Giavazzi, Giuliano Amato, Luigi Spaventa. Per contenere la distruzione di ricchezza finanziaria e ridare fiducia e credito all`economia, finora si sono immaginate, grosso modo, due strade: la bad bank e gli schemi di assicurazione degli asset a garanzia pubblica.

Bad bank, una o plurima La prima strada passa per la scelta di “segregare” le attività illiquide separandole da quelle buone. È una scelta che può essere messa in atto a livello della singola istituzione finanziaria: per ogni banca i titoli tossici verrebbero confinati in un altro soggetto giuridico e le perdite verrebbero suddivise tra là banca “buona” e lo Stato. Oppure, si può ritenere più opportuno che lo Stato costituisca un solo istituto, che acquisti i titoli illiquidi dalle banche e le rimetta così in condizione di operare in tranquillità. Nel dibattito internazionale c`è anche chi immagina che prima lo Stato metta in opera un`azione di nazionalizzazione e poi separi il grano dal loglio.

Meglio il sidecar Molti però non sono convinti da questa soluzione. Per esempio, George Soros di recente ha sostenuto che la soluzione migliore potrebbe essere quella di allocare le attività tossiche in una “tasca laterale” (side pocket) oppure in un “sidecar”, termini che indicano la costituzione di una sorta di fondo chiuso, così come hanno già fatto gli hedge funds per i loro titoli illiquidi. In questo modo si farebbe pulizia nei bilanci delle banche, ha osservato Soros, ma resterebbe aperto il problema della loro sottocapitalizzazione:ciò potrebbe essere risolto coi apporti diretti del settore pubblico, ma anche di quello privato, una volta tornata la fiducia nei bilanci puliti.

Assicurazioni a garanzia pubblica In base a questo tipo di soluzioni, gli asset problematici restano nei bilanci delle banche, ma vengono assicurati in modo parziale o totale rispetto al rischio della perdita da una garanzia dello Stato. Ad esempio, di recente il governo olandese ha fornito una garanzia pubblica al portafoglio dei mutui ipotecari cartolarizzati di categoria Alt-A del gruppo Ing. Il valore dei mutui è stato ridimensionato, per tener conto dell`incerto realizzo e lo Stato ha assicurato l`80% del portafoglio (in cambio, Ing ha aumentato il volume dei prestiti concessi all`economia). La parte più complessa in questi schemi sta nell`assegnare un prezzo a questi asset.

Soluzione Caballero Male soluzioni si possono trovare: in relazione al piano Geithner, l`economista del Mit Ricardo Caballero ha proposto di definire una stima convenzionale, rifacendosi ai prezzi pre-crisi per classi di attivi, ma usando rating più bassi. Sempre per gli Usa, l`economista Francesco Giavazzi ha proposto che il Governo americano fornisca una garanzia pubblica per tutte le attività finanziarie collegate al mercato immobiliare, impegnandosi a riacquistarle tutte a un prezzo prefissato, superiore alloro valore attuale: in questo modo si riuscirebbe a far risollevare il prezzo dei titoli ma anche il valore della ricchezza delle famiglie Usa.

Ipotesi Draghi Quanto all`Italia, il Governatore Draghi al Forex di Milano ha ipotizzato per il futuro, allo scopo di contrastare gli effetti che la recessione potrà avere sui bilanci delle banche, la possibilità di prevedere garanzie pubbliche non sullo stock di attività oggi detenute dalle aziende di credito, ma su “fette” di nuovi prestiti alle imprese, da cartolarizzare con sopra il bollino blu dello Stato.

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