Il Senatore Brown e la rivincita dei Suv

febbraio 3, 2010


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair

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da Peccati Capitali

“Sono Scott Brown, guido un pick-up”: si presentava così ai comizi, il repubblicano che è riuscito a sottrarre ai democratici, dopo 47 anni, il seggio senatoriale del Massachusetts. Obama aveva preso l’auto come simbolo dei cambiamenti che intendeva portare nella società e nei consumi americani? E lui prende come simbolo i pick-up, i SUV, i loro motori ultrapotenti, le loro dimensioni esagerate per rivolgersi a un’America orgogliosa della propria forza, gelosa della libertà di muoversi nei grandi spazi, che non si ritrova nelle macchine risparmiose e fighette progettate in Europa.

È bastato quel simbolo, e gli elettori hanno capito subito da che parte sarebbe stato sulla riforma sanitaria, sugli interventismi alla New Deal, sul potere ai sindacati. Adesso creerà problemi ad Obama, che rischia di non riuscire a tradurre in legge le promesse della campagna elettorale: lo “yes, we can” può franargli addosso.

Marchionne era stato fulmineo nel cogliere l’occasione di tradurre i propositi politici di Obama in strategia industriale per FIAT Auto, e posizionarla tra i grandi costruttori mondiali. Ma abilità personale e soldi del governo non bastano, ci vuole il pubblico americano: il successo ci sarà se i clienti tradizionali seguiranno il nuovo corso, si convertiranno alle tecnologie avanzate e al disegno razionale, e compreranno. Che un Brown qualsiasi vinca predicando il contrario non va nella direzione che gli serve, rischia di creargli problemi.

Brown riecheggiava il “sono Wolf, risolvo problemi” di Pulp Fiction: proprio per questo gli elettori di Boston hanno chiamato lui.

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