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→  marzo 4, 2017


Che intenzioni ha? Una volta erano le mamme a chiederlo alle figliuole, e si riferivano ai loro corteggiatori. Adesso invece tocca agli investitori essere indagati: chi supera determinate soglie di partecipazione in società quotate, dal 5% in su, dovrebbe dichiarare che cosa intende fare nel prossimo futuro, se fermarsi dov’è giunto, oppure procedere nella conquista del controllo.

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→  febbraio 17, 2017


I numeri con cui la Direzione del PD del 13 Febbraio ha approvato la mozione di Matteo Renzi, scrive Lina Palmerini, “raccontano solo in parte quello che si muove nel PD”: è questo che serve a capire quando si voterà e se Renzi resterà segretario. Ma oltre a “quello che si muove nel PD” c’è anche quello che Renzi ha detto nella sua relazione: ed è questo che serve a capire quale sarà il profilo politico del PD che si presenterà al giudizio degli elettori.

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→  gennaio 6, 2017


«La bella storia di Orlando innamorato e poi furioso»: il titolo del saggio di Panzini riaffiora dalle memorie adolescenziali con la suggestione di una parafrasi: “la storia di noi, di Renzi innamorati e poi furiosi”.

Perché “innamorati” lo fummo. Quando liberò il partito da retaggi culturali abiurati ma non abbandonati, da presenze marginalizzate ma ancora ingombranti. Quando eliminò l’antiberlusconismo come strumento della politica. Quando per la legge elettorale, suo primario compito, trasformò la pallida “vocazione” veltroniana in vibrante missione maggioritaria. Quando palesò l’ambizioso elenco delle riforme costituzionali – titolo V, Senato – e ordinarie – Pubblica Amministrazione, scuola, lavoro. Per un momento credemmo di essere tornati all’imponente programma riformatore del Prodi I (si licet parva) e della Bicamerale (absit injuria).

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→  gennaio 4, 2017


Tout se tient. Ma tenere insieme in una pagina un ragionamento che, partendo dal sistema paese, attraverso inclusione sociale, contrasto del populismo, valori della società aperta, tutela più assertiva degli asset, moral suasion per Mediaset, muso duro per Montepaschi, progetto di nuova Europa dei fondatori, settori prioritari di investimento, reddito di inclusione, occupazione e dumping sociale, legge elettorale, governo Gentiloni come ponte per un governo Renzi che metta in sicurezza il sistema paese, così chiudendo con eleganza l’arco retorico che proprio di lì aveva preso le mosse: beh, è un pezzo di bravura di cui bisogna dare atto al ministro Carlo Calenda, e a Mario Sensini che l’ha intervistato. Pauca minora canamus: io mi limiterò a elaborare su uno dei punti, quello della rete di grandi imprese come tutela degli asset strategici.

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→  dicembre 9, 2016


Salvare il maggioritario. Dopo il rovescio del referendum, dovrebbe essere questo l’obiettivo primario di Renzi. Nel suo progetto, le due riforme, costituzionale ed elettorale, erano tutt’uno: con la prima, superare i governi di coalizione e conferire maggior potere al governo sostenuto dalla sua maggioranza; con la seconda, consentire agli elettori di determinare la formazione di una maggioranza parlamentare. Tutt’uno lo erano anche per gli avversari, che all’uopo si erano inventati il famigerato “combinato disposto”.

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→  ottobre 20, 2016


Al Direttore.

Monti dice no, ma potrebbe aiutare il sì. Obama dice sì, ma potrebbe essere un boomerang. Quanto a me, cito a memoria: “Il vostro linguaggio sia sì, sì. Il resto è del demonio.”

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