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→  luglio 19, 2007

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La mistificazione della spesa assistenziale

di Franco Debenedetti

e di Giuliano Cazzola

C’è una tesi che periodicamente ricorre nei dibattiti sulle riforme previdenziali: quella secondo cui il sistema sarebbe di per sé in equilibrio se si separassero i costi della previdenza da quelli dell’assistenza, ponendo il finanziamento di quest’ultima a carico della fiscalità generale.

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→  ottobre 23, 2006

di Guido Baglioni

Il caso dell’Alfa Romeo di Arese si contrappone agli esempi di altre due case automobilistiche, una inglese l’altra americana. La condivisione degli obiettivi di impresa è una formula di successo – La cultura della cooperazione nel nostro Paese è osteggiata anche dai manager.

A che cosa serve il sindacato. Questo è il titolo del volume appena uscito e, fatto insolito per gli studi che riguardano le relazioni industriali e sindacali, produrrà un vivace dibattito. A ciò contribuirà anche il sottotitolo: Le follie di un sistema bloccato e la scommessa contro il declino. Le follie si esprimono emblematicamente nelle modalità del conflitto nel settore dei trasporti; la scommessa è attribuita alle possibilità di innovazione strategica e culturale del sindacalismo confederale.

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→  ottobre 23, 2006


di Pietro Ichino

Nell’ottobre del 2000, proprio mentre la Fiat prendeva la decisione di chiudere lo stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese, la casa automobilistica giapponese Nissan annunciava di voler produrre in Europa un suo nuovo modello destinato al mercato comunitario. Si candidarono un sito industriale spagnolo, uno francese e uno inglese. Da noi, invece, a candidare lo stabilimento di Arese, con i suoi duemila operai in procinto di perdere il posto, non ci pensò nessuno. Fu distrazione? No. Il sistema italiano dei rapporti di lavoro e sindacali non avrebbe neppure consentito di aprire una trattativa sulla base delle proposte della casa nipponica.
La gara venne vinta dalla Gran Bretagna. Bassi stipendi? Lavoro precario? Niente affatto: nello stabilimento inglese, scelto poi dalla Nissan, il lavoro è retribuito il doppio di quello dei metalmeccanici italiani, è sicuro e altamente qualificato. Ma è regolato da un accordo sindacale incompatibile con il contratto collettivo italiano di settore.

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→  gennaio 26, 2006

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Economia e lavoro

La denuncia dei limiti intrinseci dei contratti collettivi di lavoro, che ne fanno strumenti inadatti a regolare i rapporti sindacali in una società moderna, esposta da Pietro Ichino sul Corriere della Sera, gli sono valsi critiche e consensi. Solo che le critiche gli son giunte da sinistra, nella settimanale riflessione politica di Eugenio Scalari, e i consensi dalla destra sociale, in un’intervista, sempre su Repubblica, del Ministro Gianni Alemanno.

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→  giugno 17, 2005


E’ sbagliato mantenere vincoli al cambiamento di lavoro

“Chi si ricorda ancora dell’articolo 18?” mi diceva poco tempo fa un mio amico. Pensare che sull’abolizione del divieto di licenziamenti individuali il governo ha rischiato di spaccare il Paese, ha provocato scioperi e raduni oceanici: oggi non ne parla più nessuno”. Resta aperta la domanda: l’errore è stato averne parlato allora o è il non parlarne più adesso?

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→  dicembre 12, 2003


Sanzioni per garantire gli utenti

A differenza degli scioperi “normali”, in cui i lavoratori cercano di ottenere miglioramenti facendo sopportare all’azienda un danno economico, gli scioperi nei servizi pubblici sono rivolti contro i clienti dell’azienda. Questa, essendo un monopolio, non perde clienti; e neppure ricavi, che derivano in massima parte da abbonamenti; anzi ci guadagna, come negli scioperi che hanno paralizzato Milano, risparmiando carburante e usura dei mezzi.

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