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→  maggio 19, 2002


Intervista di G. Sar.

«Lo dico da uomo di sinistra: scio­perare è un diritto, però occhio alle conse­guenze economiche, perché alla fine si paga il conto». Franco Debenedetti, senatore dei Ds, guarda con preoccupazione alla lunga serie di stop nei servizi pubblici.

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→  aprile 22, 2002


Lavoro e pensioni sono le questioni più urgenti per il governo

Partita doppia quella del governo, sui due fronti del lavoro e delle pensioni. Sul lavoro, se vorrà chiudere la vicenda dell’art. 18 senza perdere la faccia, il Governo dovrà pagare il prezzo politico di una ulteriore riduzione della già esigua portata delle sue proposte, e in più il costo economico degli ammortizzatori sociali. I 10 miliardi di euro sono una “sparata” della CGIL, ma, anche se ci si accordasse su un terzo, sarebbe pur sempre da trovare in una finanziaria già difficile di suo.

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→  aprile 19, 2002

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Sconfitta del Governo

Fa una giusta osservazione Jas Gawronski quando constata che il 16 aprile è stato un (grande e riuscito) sciopero e non una spallata al Governo, quando si compiace che proprio lo sciopero abbia reso chiaro a tutti che la piazza protesta e il Governo governa.

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→  aprile 19, 2002


Basta copiare dalla Spagna

Mettiamo che ora il governo, passato lo sciopero, pensasse di giocare come unica carta quella di buttare sul piatto risorse ai nuovi ammortizzatori sociali. Sarebbe un azzardo costoso. Per dividere le confederazioni dovrebbe ricorrere a rilanci su rilanci. Trovandosi già a dover fronteggiare gli effetti di un onerosissimo contratto del pubblico impiego; a provvedere alla copertura della decontribuzione, contropartita richiesta da Confindustria per devolvere i flussi del tfr alla previdenza complementare; e in presenza di andamenti tendenziali del deficit che destano preoccupazione.

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→  aprile 4, 2002


Sul campo di battaglia dell’art. 18 si contano le perdite

Non interessa più alle grandi imprese; non interessa alla Confcommercio; ne farebbero volentieri a meno ampi settori della maggioranza; sono messi in un angolo coloro che a sinistra avevano avanzato proposte per il suo superamento: sul campo di battaglia dell’art. 18 si contano le perdite.

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→  marzo 24, 2002


Intervista di Giuliana Ferraino

«Un chiodo troppo piccolo a cui appendere una manifestazione troppo grande». E’ l’immagine che Franco Debe­nedetti usa per sottolineare la «spropor­zione» che osserva tra la reale portata del­le modifiche che il governo vuole introdur­re per modificare l’articolo 18 e l’entità del­la protesta. Il senatore diessino, a suo tem­po autore di una progetto di riforma dell’articolo 18, vede però, due conseguenze della dimostrazione organizzata dalla Cgil ieri a Roma. La prima per il sindacato, che «impostando tutta la protesta sul­la difesa assoluta di un diritto, rinuncia ad essere protagonista nelle riforme impor­tanti». L’altra per la sinistra, che «si ricom­patta e trova un leader, ma su una linea che ben difficilmente le consentirà di ritornare a governare questo Pae­se». Anche il governo, però, esce sconfitto dallo scontro, perché «si è infilato in un vico­lo cieco, senza saper affronta­re i grandi temi per moderniz­zare il mercato del lavoro».

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