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→  febbraio 24, 2000


Al Direttore.

Giovanni Sartori (Corriere della Sera del 2 febbraio) ripropone di scioglie­re il conflitto di interesse con questo sillogismo. 1. La lottizzazione della Rai è più efficace quan­do ad attuarla è una coalizione poco conflit­tuale al suo interno. 2. Quindi se Berlusconi vince le elezioni, il Polo controllerà il cento per cento del sistema televisivo, mentre la sinistra o scende a zero o risale al massimo al cinquan­ta per cento. 3. Per evitare ciò si deve applicare a Berlusconi la legge del 1957 sulla incompatibilità parlamentare per chi è titolare di conces­sioni statali.

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→  febbraio 19, 2000


“Gli interessi degli azionisti a cui il governo ha venduto titoli Eni e gli inte­ressi più generali che si tutelano con la liberalizzazione sono inconciliabili”. Così l’Eni per bocca del suo presidente commenta il decreto legislati­vo Letta sulla liberalizzazione del gas. Dato – e assolutamente non concesso, come ho avuto mo­do di argomentare – che ciò sia vero, si aprono due prospettive. Primo: le società pubbliche di­ventano, all’atto della privatizzazione, esse stes­se portatrici di un interesse di ordine superiore, che prevale su quello generale, a perseguire il quale erano state concepite; sono dunque una fi­gura giuridica nuova Oppure: la rappresentan­za di interessi superiori a quelli generali viene at­tribuita a tutte le società per azioni, In tal caso, posto che nella stragrande maggioranza delle so­cietà per azioni non vale il voto capitario, e stan­te la struttura proprietaria delle nostre maggio­ri società, l’interesse generale si identifica con quello delle grandi famiglie.

→  settembre 14, 1999


Al Direttore.

“L’Eni sarà presto total­mente privatizzata” scrive Il Foglio di sabato nel secondo dei suoi editoriali. Eliminati i due av­verbi: il primo perché politicamente improbabi­le, il secondo perché illogico (parzialmente pri­vatizzata è un ossimoro), la frase si rivela per quello che è. Non una notizia ma una profezia: biblica.

→  agosto 10, 1999


Al Direttore

Le società pubbliche che operano in settori concorrenziali sottraggono spazio alla libertà di iniziativa economica dei cittadini; la loro funzione-obbiettivo non può es­sere l’efficienza economica, altrimenti non si giustificherebbe la proprietà pubblica; per far diventare privata una società pubblica ci vuo­le una legge, per metter mano a una gestione cattiva, basta cambiare il management: e la se­lezione del management in imprese non sog­gette alla verifica del mercato è il problema irrisolto delle aziende pubbliche fin dall’epoca di Nitti. Per i lettori del Foglio, cose ovvie.

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→  febbraio 17, 1999


Al Direttore.

Se l’attivismo normativo del governo sarà servito a catalizzare la pacifica soluzione della guerra satellitare europea e i due contendenti troveranno il loro vantaggio a non combattersi nei nostri cieli, se dell’orientamento delle nostre parabole si deciderà in Franza e in Anglia, resterà pur sempre la dimostrazione di come spalanchiamo le parte alla concorrenza, come attiriamo gli investimenti stranieri. Finiremo dunque diritto nella casella in cui Carlo Maria Cipolla colloca quelli che fanno il male proprio e il bene altrui: “sprovveduti” per decreto legge.

→  febbraio 3, 1999

Al Direttore.

Esasperato per gli annunci sistematicamente storpiati nel programma di musica classica trasmesso per radio dalla Rai – le “erzeffingen”, le “uvertiur”, lo “sciostacof “ – già meditavo sarcasmi sul servizio pubblico e sulla funzione diseducativa della televisione dei partiti. Ho poi saputo che le parche della Rai hanno posto una “Nenì” nel destino di Bralims, condannato il povero Rossini alla “pèches de vigilie”, dato vita a un “Iduar Ilgar”. Catalani avrebbe scritto la “Uallì” e Verdi il “Saimon Boccanegra”. Sarà Murdoch a salvare (il sessanta per cento de) i valori europei? Etwas lebhcift una mit der innigsten Empfmdung.

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